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Morrone (Lega) ai ristoratori della Valle del Savio: "Aperture serali in sicurezza, serve fiducia"

“La corda si sta spezzando. Credo l’abbia ben compreso anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Imprenditori, esercenti, partite Iva, giovani, famiglie si stanno stancando di chiusure indiscriminate"

“La corda si sta spezzando. Credo l’abbia ben compreso anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini. Imprenditori, esercenti, partite Iva, giovani, famiglie si stanno stancando di chiusure indiscriminate che colpiscono territori dove attualmente non emergono numeri allarmanti. Si deve individuare un sistema, a livello nazionale, che valuti i dati sulla base di aree regionali più ristrette così da metterle in sicurezza, in caso di necessità, più velocemente e in modo circoscritto, senza penalizzare tutta la regione. In Emilia-Romagna potrebbe essere facile circoscrivendo i territori di competenza dell’Asl Unica Romagna dalle Aree vaste sanitarie dell’Emilia”.

E’ stato questo uno dei temi discussi durante un incontro tra il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, e una ventina di ristoratori della Valle del Savio, tra cui Ombretta Farneti, capogruppo di Mercato Saraceno Cambia.

“I ristoratori come tutti i gestori di esercizi della somministrazione sono sempre più preoccupati per il futuro. Il ‘chiusurismo’ deve misurarsi sui dati accertati. Per non parlare del coprifuoco a cui siamo assoggettati da ottobre senza alcuna giustificazione logica e senza che ne siano stati misurati i benefici. È prioritario prevedere l’apertura serale di ristoranti e bar che eviterebbe affollamenti e consentirebbe lo scaglionamento della clientela. Poi c’è il problema della comunicazione. Sia rispetto ai provvedimenti governativi, di cui gli operatori devono essere informati in tempi utili, sia rispetto all’opinione pubblica. Il ‘terrorismo sanitario’ usato a piene mani per convincerci della bontà dei lockdown e delle restrizioni alle libertà ha fatto il proprio tempo. E’ ora di adottare una comunicazione positiva, veritiera, che non nasconda i rischi ma non diffonda paura e confuso allarmismo. La nostra comunità ha bisogno di un’iniezione di fiducia e di guardare al futuro con speranza. Questo è il messaggio forte e chiaro che una larghissima fetta dei romagnoli lancia a Bologna. Credo che nessun amministratore, anche appartenente alle forze politiche più oltranziste a favore di restrizioni e chiusure, possa rimanere indifferente”.

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