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"Muore dopo avere atteso ore al pronto soccorso: carenze della sanità romagnola"

Interrogazione alla giunta regionale del consigliere della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli, che punta il dito sul "problema dell'affollamento e delle lunghissime attese al Pronto soccorso del nosocomio cesenate"

La notizia, apparsa sulla stampa locale sabato scorso, relativa al decesso di un settantacinquenne, “infartuato, avvenuta dopo aver atteso lungamente (sembra quasi 3 ore) una visita al Pronto soccorso dell’ospedale Bufalini di Cesena e dopo essere stato trasferito, inutilmente, al reparto di cardiologia dell’ospedale di Forlì, per un trattamento di angioplastica”, è al centro di una interrogazione alla giunta regionale del consigliere della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli.

Il consigliere punta il dito sul “problema dell’affollamento e delle lunghissime attese al Pronto soccorso del nosocomio cesenate, nonché del progressivo depauperamento dell’attività del reparto di cardiologia, dove, al contrario di Forlì, Rimini e Ravenna, non sarebbe presente il servizio di emodinamica d’urgenza, nonostante il vasto bacino di utenza. Sempre dalla stampa locale - prosegue il consigliere -  si apprende che l’Ausl della Romagna avrebbe aperto un’indagine che sarebbe finalizzata a chiarire la ‘successione degli eventi, ma appare evidente che l’organizzazione della sanità romagnola, dopo la costituzione per legge dell’Azienda unica, sta dando preoccupanti segnali di carenze e debolezze con particolare riguardo ad alcuni reparti del Bufalini di Cesena, fra cui la cardiologia e il Pronto soccorso”.

“E anche la risposta fornita dall'Ausl romagnola, rispetto alle critiche sollevate in seguito al decesso del paziente, - scrive Pompignoli - non convince né spiega l’accaduto e, anzi, appare del tutto fuori luogo quando giudica ‘inammissibile la strumentalizzazione in atto in questi giorni’, rispetto al fatto accaduto”. Pompignoli critica anche il fatto che al centro dell’interesse della “sanità romagnola” ci siano “protocolli ormai datati e razionalizzazioni decise a tavolino, lontane dai bisogni di servizi dell’utenza” e ribadisce che “a tutt’oggi non si può escludere che l’evento infausto si possa collegare al ritardo della diagnosi, ai lunghissimi tempi di attesa in pronto soccorso e ai tempi di percorrenza e arrivo all’ospedale di Forlì”.

L’esponente della Lega rivolge quindi una lunga serie di domande alla Giunta regionale e, in particolare, chiede all’assessore alle Politiche per la salute quale giudizio esprima sulla vicenda, se ritenga “opportuna” e “appropriata” la risposta diffusa attraverso la stampa dall’Ausl della Romagna o la valuti “come una dichiarazione burocratica, confusa e finalizzata a scansare ogni responsabilità sui fatti avvenuti”.

Pompignoli vuole poi sapere se corrisponda al vero che l’Ausl della Romagna ha aperto un’indagine sulla vicenda, “a chi si debbano ascrivere gli eventuali errori diagnostici, nel caso vengano accertati, e per quali ragioni il paziente poi deceduto sia dovuto rimanere in attesa per circa tre ore prima di essere sottoposto a visita e esami”. Altre richieste: “Se la Giunta sia a conoscenza della situazione ormai datata del Pronto soccorso dell’ospedale cesenate e quali urgentissimi provvedimenti intenda assumere, a chi sia da ascrivere la responsabilità di questi disservizi, se ritenga che l’organizzazione della rete cardiologica della Romagna, ormai vecchia di dieci anni, sia ancora adeguata alle necessità del bacino di utenza e se consideri opportuno che la pianificazione regionale sia rivista periodicamente anche a fronte di disfunzioni organizzative e sanitarie evidenti”.

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