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Mini-Imu, i sindaci scrivono a Letta: "Sostituiamola con una tassa sul gioco d'azzardo"

“In alternativa alla stangata Imu sulla prima casa di gennaio, proponiamo una tassa una tantum sul gioco d’azzardo. Lunedì formalizziamo questa nostra proposta, suggerendo di emendare il decreto del Governo"

Una lettera a nome dell’Anci-Emilia-Romagna e di tutti i sindaci delle città capoluogo della Regione per l’iter del decreto sull'Imu, inviata al Presidente del Consiglio Enrico Letta, al Vice Presidente del Consiglio Angelino Alfano, ai Capigruppo di Camera e Senato e al Presidente nazionale dell’Anci Piero Fassino. Nella lettera,  l’Anci regionale propone di emendare il decreto del 30 novembre, sostituendo con un’una tantum sul gioco d’azzardo la mini Imu di gennaio.

“In alternativa alla stangata Imu sulla prima casa di gennaio, proponiamo una tassa una tantum sul gioco d’azzardo. Lunedì formalizziamo  questa nostra  proposta, suggerendo di emendare il decreto del Governo. Invitiamo i parlamentari dell’Emilia  Romagna ad operare da subito per modificare il decreto e, in assenza di modifiche, a votare contro a gennaio al momento della sua conversione in legge. Il nostro emendamento assicura ai Comuni la copertura integrale del minore gettito derivante dall’abolizione della seconda rata Imu sull’abitazione principale e su altre categorie di immobili, stimata in 2 miliardi 514 milioni di euro (più 350 milioni di euro rispetto alla copertura indicata nel testo originario del D.L. n. 133) ed abroga, conseguentemente, le disposizioni che prevedono il pagamento di una mini Imu a gennaio 2014”, scrivono i primi cittadini della Regione.

“La copertura aggiuntiva viene prospettata attraverso un’addizionale “una tantum” sul prelievo fiscale sul gioco d’azzardo. Al riguardo, si evidenzia che, secondo l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, la raccolta del gioco d’azzardo è stata nel 2011 di quasi 80 miliardi di euro a fronte di 14,3 miliardi del 2000. Il fenomeno sembra in costante aumento, tanto che nel 2013 dovrebbe toccare un valore complessivo sopra i 90 miliardi di euro, anche a causa di una pubblicità pervasiva e di un’offerta sempre più varia che copre l’intero arco della giornata (è possibili giocare quasi in ogni luogo, dal supermercato al web). Ma se il fatturato legato al gioco d’azzardo è aumentato vertiginosamente, i ricavi per lo Stato sono aumentati solo marginalmente (nel 2011 l’incasso per lo Stato è risultato di 8,5 miliardi., con un incremento dal 2001 al 2011 di meno di 3 miliardi), in quanto l’imposta media sulle entrate del gioco è fortemente diminuita ed è, ora, inferiore all’11%, una cifra molto più bassa rispetto all’IVA del 22% che si paga normalmente sui beni di consumo”, si legge nella lettera.


“Siamo assolutamente  convinti  che questo prelievo una tantum sul gioco d’azzardo si possa anzi si debba fare.In generale ribadiamo l’ esigenza di istituire nuove regole per queste attività che rovinano la vita a troppe famiglie”, chiudono i sindaci.

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