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Medico di base anche per i senza fissa dimora, il sostegno del Pd alla nuova legge regionale

Nella giornata di giovedì l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità un progetto di legge che consentirà alle persone senza dimora prive di residenza di iscriversi alle liste Ausl

Nella giornata di giovedì l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità un progetto di legge che consentirà alle persone senza dimora prive di residenza di iscriversi alle liste Ausl e avere così un medico di base di propria fiducia, prenotare esami e visite specialistiche. “Sembra surreale ma, fino a oggi, chi era privo di una residenza non poteva curarsi e nemmeno rivolgersi a un medico di fiducia, poteva solo accedere al Pronto Soccorso. Si tratta infatti della prima legge in Italia che garantisce il diritto alla salute per le persone senza dimora. In questo senso la nostra Regione, ancora una volta, fa da apripista su leggi di civiltà che riescono a mantenere un filo rosso tra solidarietà e progresso – affermano dal PD Cesena –. Ora auspichiamo che venga fatta al più presto una legge nazionale. In Italia sono infatti numerose le persone senza fissa dimora. I dati parlano di oltre 55 mila persone a livello nazionale, circa 6 mila a livello regionale e circa 45 a livello locale (con una diminuzione nel periodo estivo). Con lo scoppio della pandemia ci si è poi, fin da subito, resi conto che l’hashtag iorestoacasa non poteva valere per tutti. Queste persone con vite precarie, problemi di salute, fragilità relazionali e condizioni di vita difficili, si sono infatti ritrovate a vivere quella che da subito è stata definita un'emergenza nell’emergenza”.

"È una legge regionale – proseguono – che ribadisce il principio del diritto alla salute come diritto universale e sappiamo che non ci può essere sanità pubblica universale senza la tutela della salute delle persone più fragili ed emarginate. Una scelta di giustizia sociale, che estende diritti e combatte le diseguaglianze, sapendo che il benessere degli altri, e dei più fragili, è anche il nostro e se c'è una cosa che ci ha insegnato la pandemia è prenderci cura degli altri. Lo vediamo anche oggi con i vaccini, se non ci vacciniamo tutti poi a soffrirne sarà l'intera collettività”.  “Sappiamo che è solo un primo passo per affrontare il problema delle persone senza fissa dimora, una delle contraddizioni più marcate e visibili della società contemporanea che, oltre a questi interventi auspicabili in ogni regione, richiede azioni radicali e coordinate in tutti i settori per rimuovere le cause del fenomeno, come un’offerta di alloggi sicuri, un impegno per l’istruzione e la formazione professionale e un sostegno finanziario e sociale".

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