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Dopo 15 anni si chiude l'esperienza amministrativa di Bulbi: "Riprendo la mia vita professionale"

10 anni come presidente della Provincia Forlì-Cesena e 5 come sindaco di Roncofreddo, Massimo Bulbi ha compiuto 57 anni da un mese

Dopo 15 anni di incarichi politici (10 anni come presidente della Provincia Forlì-Cesena e 5 come sindaco di Roncofreddo), Massimo Bulbi, 57 anni compiuti da un mese, non si ricandida e cambia vita. "Riprendo la mia vita professionale - spiega Bulbi - ho un'altra opportunità lavorativa e torno a operare nel settore economico". Non è un lavoro che ha a che fare con la Confartigianato, dalla quale è uscito, ma riguarda, in un qualche modo, l'imprenditoria e quella che Massimo Bulbi chiama la "politica reale", quella legata a un territorio, che lo fa crescere. 

Soddisfatto degli ultimi cinque anni trascorsi come sindaco del piccolo paese della valle del Rubicone, Bulbi, dopo aver passato il testimone alla sua vicesindaco Sara Bartolini, 39 anni imprenditrice, traccia un bilancio del suo ultimo mandato e della sua attività politica svolta finora.

Gli è piaciuto più fare il presidente di Provincia o il sindaco di Roncofreddo?

"Sono state due cose diverse, ma per come sono solito affrontare le cose le ho fatte entrambe con il massimo dell'impegno. Nelle situazioni mi ci butto a capofitto, come accadde con la Confartigianato quando mi chiesero se volevo andare a fare il commissario in Campania. All'inizio doveva essere per due o tre mesi, poi alla fine ci sono rimasto degli anni. Un po' da incosciente mi innamoro di quello che faccio e, qualunque cosa sia, cerco di farla con passione. E' vero che fare il sindaco di un piccolo comune significa lavorare 24 ore al giorno, essere reperibile al telefono sempre, anche di notte, ma soprattutto avere tante responsabilità e poche risorse da gestire. Comunque sono stati 5 anni entusiasmanti. Con tutta la squadra abbiamo lavorato bene, aumentando la coesione sociale, i rapporti con le forze sul territorio. Abbiamo rimesso a posto i conti, facendo più di 5 milioni di lavori. Me ne vado soddisfatto e sicuro di lasciare il Comune nelle mani giuste". 

E la Provincia?

"Una gran bella esperienza. In 10 anni abbiamo fatto tante cose. Insieme ai Comuni abbiamo investito 270 milioni in lavori e progetti. Come vede continuo a usare il "Noi", un "Noi" che era stato il mio slogan anche nella campagna elettorale e criticato da molti. Ora lo usano tutti. Per me la politica era il Noi, era l'ascolto, la condivisione, la partecipazione. Ho detto no a Enrico Letta che mi chiese di fare il parlamentare perché non mi volevo dimettere da presidente della Provincia. Avevo ancora dei progetti importanti da terminare, come, per esempio la Rocca delle Caminate. Se avessi accettato, ovviamente, ci avrei guadagnato personalmente ma ho preferito portare a termine il mio mandato. Per quanto riguarda il mio operato durante la Provincia ho due spine nel cuore: la via Emilia bis, una sfida importante persa e l'Aeroporto di Forlì". 

E la cancellazione delle Province, anche quella non l'ha vissuta bene?

"No, affatto. E ora, dopo aver fatto il sindaco di un piccolo comune, posso dirlo con maggiore cognizione di causa. Io mi ero adoperato per la Provincia unica e, secondo me, era quella la strada da seguire, non quella dell'Unione dei Comuni. Così abbiamo frammentato e frazionato le competenze, come quella della Protezione civile, aumentando i costi e peggiorando il coordinamento. Anzi non c'è più un coordinamento unico e così i piccoli comuni, spesso, sono quelli che soffrono di più. E' stato un grave errore secondo me che costa caro e rallenta la crescita dei territori".

E' un po' deluso dalla politica?

"Quale politica? Se mi parla della politica dei partiti sì. Quella non mi interessa più. Se mi parla della politica reale, vera, quella del territorio, no. Anzi, quello che andrò a fare riguarderà questo tipo di politica. Che, alla fine, è quella che fa crescere i territori, dà benessere ai cittadini, accresce il senso di speranza. Sa, io sono anche un sentimentale, resto legato a certe idee e a certi valori. E i partiti, solitamente, ragionano dando peso ad altre priorità".  

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