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M5S, urbanistica Cesenatico: "Variante 6% in stallo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Ad oggi solamente due convenzioni sono state firmate delle nove approvate con la variante al PRG '98 ormai conosciuta come "sei per cento": PCC/9 Soc. Immobiliare Carducci e PCC2 osservazione CET Centro Turistico Europeo sas. Ad evidenziare ancor più la situazione di stallo in cui versa la variante 6%, è stata la presentazione di un ricorso al Capo dello Stato da parte della società "nuovo Kemikaze srl", che potrebbe sospendere, nonché annullare, la delibera che ha approvato la variante. Siamo sull'orlo di un nuovo fallimento di politica urbanistica, che evidenzia come le scelte di questa Amministrazione siano state miopi e superficiali.

Va ricordato che il MoVimento 5 Stelle, riallacciandosi alla motivazioni di cui al ricorso sopra citato, ha più volte espresso dubbi sul metodo intrapreso con quanto disposto dall'ex art. 18 LR 20/2000 "accordi con i privati" richiamato nella deliberazione di approvazione della variante, in cui vige il principio per cui "Gli enti locali possono concludere accordi con i soggetti privati, nel rispetto dei principi di imparzialità amministrativa, di trasparenza, di parità di trattamento degli operatori".

Questa variante ha impegnato come tema unico e assoluto tutta la politica urbanistica dell'Amministrazione, perché Sindaco è certo a tutti che lei come Sindaco e come Assessore all'urbanistica, ha profuso i suoi sforzi solo e unicamente su questi nove accordi di programma, per una città di 27.000 abitanti, una città fatta di oltre 300 alberghi, una città con una costa piena di strutture ricettive, attività produttive e stabilimenti balneari, una città con esigenze di Quartiere e di servizi primari per la collettività,uartiere lei ha avuto quale tema unico solo questi sei accordi.

Sin dai suoi primi passi nelle sedi istituzionale, la variante 6% ha sollevato innumerevoli dubbi di legittimità: qual è l'interesse pubblico di tali interventi? Dove sono le contropartite in opere e gli standard pubblici? Come mai in questo caso si procede massicciamente alla deroga, quando diversamente un semplice cittadino, albergatore, bagnino o azienda deve rispettare ogni singola virgola delle norme urbanistiche? La Provincia nella delibera della giunta del 16/07/2013 ha evidenziato una serie di vincoli/osservazioni a cui il Comune controbatte con un parere legale. Il parer legale è un parere di parte, a tal punto che l'estensore, l'avv. Giacomo Graziosi, alla fine nelle conclusioni (pag.22) scrive testualmente: "A sintesi di quanto esposto esprimo l'opinione […]". Capite bene, l'opinione. Ebbene noi abbiamo approvati interventi con un parere che è un "opinione". D'altronde, all'inizio del suo parere l'avv. (pag. 2 secondo comma) giustamente scrive che la variante "[…] una volta approvata, potrà poi essere legittima od illegittima in relazione alla conformità del suo contenuto con le norme o prescrizioni di rango sovraordinato al PRG[…]".

Il fine non giustifica i mezzi, il fine non può eludere le Leggi della Repubblica per cui non è possibile superare gli strumenti sovra ordinati con delle "opinioni" diverse da tali strumenti. Le conseguenze a cui stiamo assistendo partono proprio da questa superficialità e miopia di valutazioni da parte dell'Amministrazione Buda.

Alberto Papperini
Consigliere M5S Cesenatico

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