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M5S: "Dal Bonci alla Malatestiana, snaturato il patrimonio culturale della città"

"Cesena ha bisogno, soprattutto in questo momento di alta instabilità sociale, di riprendersi lo sviluppo della Cultura"

"Le recenti elezioni regionali hanno sollevato qui da noi ondate di riprovazione per la bassa rappresentatività della Romagna, ignorando con quanto piacere i suoi rappresentanti di governo si siano prostrati ai voleri di Bologna, da sempre sudditi consenzienti. La Cultura cesenate sta ancora scontando l’adesione alla Fondazione ERT (Emilia Romagna Teatro), unica città romagnola a farne parte, contribuendo con 1,5 milioni di euro alle sue casse, per far gestire il Bonci, che è l'unico tra i teatri ERT ad offrire ben altro che la sola prosa". Lo dichiara il consigliere comunale del M5S.

"Una limitazione della storia teatrale del Bonci, per assecondare il modello di egemonia culturale che da sempre domina in Emilia-Romagna. Oggi ad essere assoggettato a questo modello culturale, è la volta della Biblioteca Malatestiana, il gioiello cittadino, patrimonio mondiale di cultura e scienze (riconosciuta quale Mémoire du monde), la cui trasformazione a biblioteca di quartiere prima, quindi a novello centro cinema poi, è il frutto di una politica fatta sotto traccia, poco alla volta, di snaturamento del suo patrimonio.  Se aveva una ragione rinnovarne spazi e funzioni, migliorarne l’accesso al pubblico, poteva averne ancora di più far perno sul patrimonio storico custodito in Malatestiana.  Cinque secoli di fondi documentali che farebbero felici fior fiore di ricercatori, studiosi e scienziati, da incentivare con l’istituzione di premi letterari, master e borse di studio, facilitatori di circoli virtuosi interessanti l’intero territorio, come città vicine insegnano, sono stati bellamente dimenticati.  Le idee iniziali sono state scientemente annullate, con passi precisi, a cominciare dalla chiusura della Fondazione Malatestiana nel 2014, per proseguire con l’eliminazione del ruolo di direttore, lasciandone la gestione al dirigente comunale del settore cultura da un lato, aumentando la presenza di terze parti nella sua conduzione dall’altro: si è lasciata la nostra biblioteca praticamente senza anima". 

Prosegue Capponcini : "La Malatestiana è divenuta un contenitore da show business più che un luogo di studio e ricerca, i cui spazi sono sempre più destinati a nuovi elementi e funzioni, che col libro ben poco hanno a che fare. Tant’è che aumentano i depositi cartacei nei magazzini polverosi (17 anni senza manutenzione programmata).  Resistono per fortuna, i codici miniati, ma perché sono ben “murati” dentro la sala del Nuti. Non è un caso quindi se a fronte di avere precisi dati statistici sugli accessi alla biblioteca, vanto ad ogni occasione dell’amministrazione comunale,  scopriamo che su 170 mila prestiti annui ad altre strutture, ben 70 mila fanno riferimento alla mediateca (biblioteca digitale), 45 mila sono relativi alla sezione ragazzi, 45 mila a quella adulti.  Zero virgola zero per quanto concerne la sezione antica.  E’ l’immateriale che domina e avanza, quella rivoluzione digitale mal interpretata per la cultura, che rigetta per comodo fine politico “la storia di quelle antiche mura”".

"Nel frattempo Casa Bufalini diventa “Laboratorio aperto alla città dove tecnologia, cultura e formazione si incontrano per una proposta formativa e culturale integenerazionale”; 2 milioni di euro di contributi europei per la cultura, di cui 1,8 milioni per restaurare gli ambienti.  Occasione perduta per rivalorizzare un grande cesenate, Maurizio Bufalini, assieme alla sua eredità documentale e storica medica.  Indubbiamente Casa Bufalini, verrà utile quale futuro laboratorio multimediale collegato all’immateriale Malatestiana. L’ultimo sfregio per la cultura e la storia cesenate, è lo spostamento del Centro Cinema del Complesso San Biagio, quale suggello postumo di chi ha iniziato lo snaturamento della Malatestiana.  Tutto per qualche finanziamento europeo in più elargito dalla Regione proprio per il centro cinema, che sancisce la sudditanza con Bologna nata e saldata con l’accordo con la sua Fondazione Cineteca (Cesena è l’unica città, oltre a Bologna socio fondatore, che contribuisce con 60 mila euro annui alla gestione).  Il patrimonio culturale della città, in questo caso quello fotografico, messo in svendita per pura ragion politica, le cui responsabilità sono ben chiare, ed impongono al nuovo sindaco di reagire e in fretta, ad iniziare dalla nomina della nuova figura di direttore scientifico. Cesena ha bisogno, soprattutto in questo momento di alta instabilità sociale, di riprendersi lo sviluppo della Cultura, e lo deve fare in totale trasparenza, aprendosi a tutte le realtà del territorio".

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