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Lucchi: "Verde pubblico è nostra priorità, ma ci sono anche le decisioni dei tecnici"

Sull'abbattimento dei pioppi del Giardino Serravalle il sindaco replica a Fabbri: "Cesena ha aree verdi per 1.9 milioni di metri quadri e circa 50mila alberi"

Dopo la presa di posizione forte di Davide Fabbri, candidato sindaco di Cesena in Comune, che si è schierato contro la decisione di abbattere i pioppi del Giardino Serravalle, arriva a stretto giro la replica del sindaco Paolo Lucchi. Il primo cittadino esordisce dichiarando "di non sapere nulla dell'abbattimento delle piante di cui parla Fabbri".

 "Il Sindaco pro tempore di una città - puntualizza Lucchi - non è informato di tutte le scelte di carattere operativo compiute in piena autonomia dai servizi, sia perchè, appunto, le scelte di carattere tecnico vengono compiute, in autonomia, nell'ambito delle loro competenze professionali - dai tecnici, appunto".

Poi il sindaco puntualizza alcune "istruzioni per l'uso", sulla gestione del verde pubblico."Come si monitorano gli alberi nella nostra città?
Ogni anno il Comune di Cesena esegue i cosidetti “ricontrolli”, durante i quali il tecnico prescrive le manutenzioni necessarie (potature di vario grado, consolidamenti, abbattimenti o nessuna prescrizione). Si parte da quelli previsti negli anni precedenti, tenendo conto del fatto che, essendo il censimento non statico, un albero va seguito “nel tempo”, con frequenze di ricontrolli di volta in volta prescritte dall'agronomo (più un albero si presenta sano, maggiore è l'intervallo di ricontrollo, con massimo di cinque anni). Ogni anno nell’apposito appalto, vengono poi ordinate le manutenzioni prescritte, concordando le priorità con i tecnici che eseguono il censimento".

L'accusa di Davide Fabbri, candidato sindaco di Cesena in Comune

"Gli strumenti a disposizione - prosegue il sindaco - per l'analisi fitostatica delle alberature sono accettati a livello internazionale, sia sul lato metodologico che tecnico. Vi sono livelli di approfondimento diversi, con costi diversi, che si usano, in ordine numericamente decrescente, sulla base del costo. Le prove più onerose, si riservano naturalmente ai casi più preoccupanti. Sinteticamente i vari livelli sono: analisi visiva, indagine VTA (Visual. Tree Assessment), con esecuzione di prove di resistografiche per stabilire il grado di pericolosità, tomografia, (metodo radiodiagnostico che associa la tecnica radiologica all'uso dell'elaboratore elettronico) e prova di trazione". "Per tali prove - spiega Lucchi - il costo annuo ammonta a circa 30.000 euro".

"L'Ufficio Verde Pubblico ha inoltre in dotazione 3 licenze d'uso di un sofware (GISverde) che ha una planimetria digitale con l'ubicazione georeferenziata degli alberi finora censiti. Si possono così eseguire interrogazioni di vari livelli per ogni singolo albero. Cliccando sul punto appaiono numero, informazioni descrittive, vari ricontrolli effettuati negli anni dagli agronomi addetti".

In risposta al candidato sindaco di Cesena in Comune Lucchi elenca alcuni dati." Quante aree verdi ha la città di Cesena?  1.374.462 metri quadrati; quante aree verdi scolastiche? 163.550 metri quadrati; quante aree patrimoniali (non sono le aree verdi e neppure quelle scolastiche. Per esempio i giardini delle sedi dei quartieri) 382.000 metri quadrati. In totale Cesena ha quindi aree verdi per 1.920.000 metri quadrati e sono presenti circa 50mila alberi".

"Per quelli censiti, il censimento è stato eseguito individuando delle priorità. Prima di tutto, sono stati censiti gli alberi delle aree scolastiche gestite dal Comune, i viali principali con alberi di maggiori dimensioni (es. via Emilia, Via Dismano, viale Mazzoni, viale Carducci ecc...), le aree a verde con alberi di maggiore dimensione (es: tratti del Parco della Rimembranza, in corso).
"Alla cura del verde - conclude il primo cittadino - dedichiamo quindi molta attenzione, sia per il rispetto che dobbiamo al nostro patrimonio ambientale sia perché, per fortuna è molto aumentata la sensibilità dei cesenati, i quali spesso (direttamente o per il tramite dei Quartieri) segnalano necessità di intervento. Non sempre chi lo fa ha le competenze per individuare con precisione i problemi, ma un “monitoraggio collettivo” è comunque un segno di civiltà".

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