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Lia Montalti: "Un Primo Maggio che non deve dimenticare le donne e i servizi"

“La Regione Emilia-Romagna è al primo posto per occupazione femminile ed è sempre stata in prima linea sul fronte delle politiche di conciliazione"

“Le politiche di conciliazione sono state le grandi assenti nel dibattito nazionale relativo alla ripartenza, quando non ci può essere una fase 2 del lavoro senza la fase 2 dei servizi”. La Consigliera regionale Lia Montalti ribadisce un punto di vista condiviso immediatamente dopo il pronunciamento del Premier Conte lo scorso 26 aprile.

“La Regione Emilia-Romagna è al primo posto per occupazione femminile ed è sempre stata in prima linea sul fronte delle politiche di conciliazione, sin da quando negli anni 60-70 siamo stati i pionieri dei servizi per l’infanzia, con una qualità dal punto di vista pedagogico ed educativo che è riconosciuta in tutto il mondo: non ci è permesso fare passi indietro - spiega Montalti -: è tempo di rinnovare il nostro impegno e dare un esempio di ripartenza a partire dai servizi educativi e scolastici, mettendo in campo proposte concrete, che siano attuabili sin da questa estate. Sarà per me un Primo Maggio di riflessione, ma anche di programmazione”.

La consigliera prosegue: “Ho firmato la risoluzione che abbiamo condiviso come gruppo Pd, con la quale proponiamo di procedere con la progettazione dei servizi a partire dalla organizzazione dei centri estivi, in condizioni di massima sicurezza, garantendo una presenza capillare sul territorio, rivolgendosi a bambini e ragazzi di tutte le fasce d’età, con una forte attenzione alla disabilità. In questa fase la collaborazione e la disponibilità che ci viene dai comuni e dal mondo del terzo settore è stata massima, e proprio da questa volontà condivisa possono partire soluzioni sperimentali educative e didattiche innovative”.

“I diritti dei bambini, e quindi i servizi a loro dedicati – conclude Montalti –, non possono in alcun modo essere considerati secondari rispetto alla ripartenza economica. Per questo, oltre a un impegno della Regione, che non mancherà, è necessario anche un forte investimento a livello nazionale, per non lasciare soli i bambini nel loro percorso di crescita e di formazione sociale e culturale, e per non lasciare indietro le donne, sulle spalle delle quali cui troppo spesso, anche in tempi ordinari, grava il peso dell’assenza di politiche nazionali forti a sostegno della conciliazione".

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