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Lega, i dubbi sul terzo lotto della Biblioteca Malatestiana: "La sala gaming banalizza un luogo di cultura"

“Le politiche culturali del passato decennio hanno lasciato un segno negativo indelebile che tuttora ritroviamo nella biblioteca moderna"

I dubbi della Lega in merito all’inaugurazione del terzo lotto della Biblioteca Malatestiana Moderna, "costato, per ora, quasi tre milioni di euro". Li espirmono in una nota i consiglieri del Gruppo Lega Antonella Celletti, Fabio Biguzzi, Enrico Sirotti Gaudenzi e Beatrice Baratelli.

“Le politiche culturali del passato decennio - dettagliano - hanno lasciato un segno negativo indelebile che tuttora ritroviamo nella biblioteca moderna, con i problemi più volte denunciati rimasti irrisolti: gli spazi male utilizzati, la scarsa chiarezza nell’esposizione dei libri, la scelta infelice degli arredi, la scarsità dei volumi disponibili a scaffale aperto, per citarne solo alcuni. L’impressione è che sia mancata una linea coerente di collegamento tra gli interventi realizzati nel tempo che hanno visto mutare profondamente il progetto della Grande Malatestiana, nato con il sindaco Giordano Conti, e quello della Nuova Malatestiana lanciato sotto la sindacatura di Paolo Lucchi. Ci chiediamo che funzionalità possa avere una sala proiezioni di soli 50 posti collocata in un piano vocato alla lettura e allo studio e che attinenza abbia una sala ‘gaming’ al piano terreno. L’assessore Carlo Verona festeggia l’entrata dei giochi di ruolo in una biblioteca che è stata storicamente un tempio della cultura perché, a suo dire, si tratta di un nuovo concetto di biblioteca moderna vocata al gioco per immagini. Non abbiamo nulla contro il gaming, anzi. Crediamo tuttavia che questa contaminazione banalizzerà ulteriormente il ruolo della Malatestiana. Ci sono i luoghi per svolgere attività ludiche e luoghi vocati allo studio e alla lettura. Verona non può non conoscere la deriva culturale di una società che risponde per lo più a stimoli visivi e a testi sempre più brevi e semplificati, perdendo la capacità di leggere e sviluppare riflessione e pensiero critico".

"Ci sono poi altri temi che ci preoccupano - spiegano i consiglieri - la sempre più scarsa valorizzazione della Malatestiana Antica, la vera Memoria del Mondo;  la questione della dirigenza e del personale. Serve un organigramma più articolato per ruolo e competenze adeguate sia per la Malatestiana Antica, che per la Moderna: certamente non è un direttore ‘scientifico’ con mansioni vaghe e vaste che può rilanciare la Grande Malatestiana; il persistente rifiuto da parte dell’amministrazione di sganciare l’intero complesso della Malatestiana dal settore cultura del Comune, che ha altri compiti, per renderla un soggetto autonomo dal punto di vista culturale e economico come era nel 1994. Ma anche il fatto che il Comune dal 2002 paghi un affitto di circa 70.000 euro annui per un magazzino in via Piave dove sono collocati libri e altro materiale della biblioteca. La soluzione, parola di Verona, è ancora molto lontana, nonostante il progetto della Grande Malatestiana prevedesse originariamente di riportare questo patrimonio in sede”.
 

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