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Famiglini: "La posizione del wwf di cesena è più politico-ideologica che ambientalista"

"La recente nota del WWF di Cesena, la quale offre giustificazione ideologica e politica all'ormai imminente strage di nutrie descrive una realtà che non è propriamente quella di Cesenatico"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

La recente nota del WWF di Cesena, la quale offre giustificazione ideologica e politica all'ormai imminente strage di nutrie presso il "Parco di Levante", descrive una realtà che non è propriamente quella di Cesenatico e neppure quella di tante altre aree antropizzate nelle quali le nutrie vivono e prosperano pur causando, a volte, qualche danno materiale nonché la reazione interessata di coloro che preferiscono attribuire alle nutrie le cause di una fragilità territoriale ascrivibile in gran parte alle mancanze gestionali dell'uomo come quelle sulle manutenzioni dei corsi d'acqua naturali e non. Il "Parco di Levante" rappresenta un ambiente naturale creato artificialmente inserito in seno ad un contesto urbano nel quale convivono diverse specie animali e vegetali ed in tal senso svolge un servizio pubblico nei confronti della collettività facendosi carico, fra le altre cose, di quegli esseri viventi che non troverebbero spazio o accoglienza in nessun'altra parte del territorio comunale. Far passare il "Parco di Levante" come l'ultimo residuo della foresta primordiale a Cesenatico non solo risulta fuorviante ma non rispecchia la realtà di un luogo che, per quanto assai gradevole, possiede notevoli criticità di varia natura, anche ambientale, che finora non hanno trovato soluzione (e stranamente neanche responsabilità) e delle quali le nutrie forse rappresentano l'ultimo dei problemi. In tal senso la presenza della nutria in quel contesto specifico non costituisce danno alcuno per l'uomo e l'ambiente ma funge da serbatoio di contenimento e da attrazione turistica per i curiosi. Le linee guida del Ministero dell'Ambiente per il controllo della nutria, pur prevedendo l'eliminazione della stessa, consigliano la cattura degli esemplari tramite gabbie-trappola e successiva soppressione eutanasica mentre affermano che l'abbattimento tramite armi da fuoco, previsto occasionalmente e sconsigliato nei parchi a causa del disturbo creato agli altri animali, possa essere utilizzato esclusivamente in concomitanza con gelate invernali per quanto questo metodo sia ritenuto in generale poco efficace e controproducente nel medio-lungo periodo. Le malattie di cui la nutria può essere potenziale portatrice sono meramente ascrivibili a patologie di cui possono essere serbatoio di infezione anche altre specie animali esistenti in natura, fra le quali alcune di tipo domestico. Lo stesso impatto della nutria sulle biocenosi è tutt'ora poco studiato e non permette conclusioni definitive sul tema. In tal senso le associazioni private e gli enti pubblici che stanno conducendo l'operazione di sterminio delle nutrie stanno forzando "pro domo sua" il senso di quanto il Ministero dell'Ambiente suggerisce sull'argomento. Stupisce in tal senso che il WWF, associazione privata di fama internazionale, continui a fornire, dopo quanto già accaduto in Provincia e nei territori viciniori, giustificazione ideologica alle amministrazioni pubbliche che gestiscono l'ecologia con mezzi spesso poco adeguati e con scarsi fondi, contribuendo ad una lettura forzosa del testo ministeriale per quanto la nutria venga valutata in esso, in maniera certamente discutibile, specie indesiderabile sul territorio nazionale. Siamo del parere che valutazioni di carattere ambientale sull'opportunità o meno di ospitare specie alloctone sul territorio nazionale siano necessariamente soggette ad una continua evoluzione e che pertanto non esistano certezze sul tema ma tendenze/mode periodiche di carattere filosofico-naturalistico più o meno universalmente accettate. Nel caso specifico l'intervento dell'uomo a tutela delle specie autoctone, in base a quanto possiamo dedurre dalla teoria dell'evoluzione della specie e della selezione naturale, potrebbe ottenere l'effetto di indebolire le varietà locali a vantaggio delle specie alloctone le quali si sono già ambientate perfettamente nella realtà ospite e oltre a ciò subiscono una selezione accelerata di carattere rafforzativo a causa di un'inutile mattanza prodotta da un errato intervento dell'uomo il quale continua, dopo aver forse improvvidamente importato la nutria in Europa, a voler costringere la natura a seguire un corso innaturale non fornendo il tempo necessario alle specie autoctone di maturare strategie compensative nei confronti delle attività delle nutrie. Da questo punto di vista ci sentiamo di criticare una siffatta impostazione in tema ambientale evidentemente contraddittoria, priva sia di soluzioni innovative che preventive ma piuttosto incline ad assecondare vantaggiosamente "le teorie ambientali" degli amministratori pubblici di turno; un tipo di ambientalismo a cui, in definitiva, forse è stata riconosciuta troppo frettolosamente un'illuminata autorità sul tema che non sempre trova reale rispondenza nei fatti ed i cui "vezzi" dal discutibile contenuto ambientale molte volte rappresentano meri sprechi per le finanze pubbliche.

Axel Famiglini
Segretario comunale del P.L.I. Cesenatico

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