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La Lega: "Consulta agricola scavalcata su bando da 80mila euro, gestione fallimentare"

Così in una nota il capogruppo della Lega, Antonella Celletti, e Marco Casali, componente della Consulta agricola e già coordinatore della stessa durante la scorsa legislatura

“La nuova puntata della ‘telenovela’ sugli 80.000 euro di risorse pubbliche destinate al bando a favore del mondo agricolo cesenate lascia trasecolati”. Così in una nota il capogruppo della Lega, Antonella Celletti, e Marco Casali, componente della Consulta agricola e già coordinatore della stessa durante la scorsa legislatura. “Sintetizziamo le puntate precedenti - premettono -. Alla Consulta agricola, istituita dall’amministrazione cesenate nell’ambito della prima commissione consigliare e composta da esperti del settore e rappresentanti politici di maggioranza e opposizione, sono stati messi a disposizione 80mila euro nel bilancio 2021 da indirizzare al mondo dell’agricoltura cesenate tramite la pubblicazione di un bando. La decisione su come utilizzare le risorse si è trascinata per mesi, anche per l’inerzia con cui sono state indette le sedute della Consulta. Questo fino al 15 novembre scorso, quando il vicecoordinatore della Consulta, Alberto Scarpellini, espressione delle minoranze (il coordinatore è Gianni Ceredi del PD), ha chiesto pubblicamente che fine avessero fatto i fondi senza ottenere alcuna reazione, né risposte”.

“Due giorni dopo, il 17 novembre - proseguono Celletti e Casali - siamo stati noi a presentare ufficialmente la proposta di indirizzare le risorse al settore apistico cesenate di rilevanza strategica per la conservazione dell’equilibrio ambientale, individuando anche alcune progettualità. Fin qui il pregresso. La ‘nuova puntata’ riguarda la risposta alla nostra proposta a firma del coordinatore Ceredi e dell’assessore Luca Ferrini, dove si certifica nero su bianco che la decisione sarebbe già stata assunta da soggetti non meglio precisati, senza informarne il vicecoordinatore Scarpellini e tanto meno la Consulta, ma addirittura senza specificare l’oggetto del bando. Di qui, la constatazione della gestione fallimentare della Consulta, ma soprattutto il ‘vulnus istituzionale’ che si è consumato in questo modo di procedere all’apparenza pasticciato e poco trasparente. Emerge infatti il dubbio se esista davvero un ‘progetto’ deciso altrove rispetto alla Consulta o non si tratti di una scusa per ‘bocciare’ la proposta delle minoranze. In ogni caso un grande pateracchio, sia che i fondi siano ‘scomparsi’ come aveva adombrato il vicecoordinatore Scarpellini, sia che l’impiego degli 80mila euro sia stato deciso negli Uffici, sia che si sia voluto sbertucciare la proposta delle minoranze”.   

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