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Cesenatico, Famiglini (pli): "Alluvioni, ora la palla passa in mano alla politica"

Il Consorzio di Bonifica ha recentemente confermato che il sistema di protezione idraulica del territorio di Cesenatico è sottodimensionato rispetto alle portate massime riscontrate in passato. A questo punto sta alla politica intervenire per evitare che nuove alluvioni si abbattano sulla città.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

La scorsa settimana abbiamo potuto leggere a mezzo stampa le interessanti
dichiarazioni del direttore tecnico del Consorzio di Bonifica, l'ingegnere
Daniele Domenichini, attraverso le quali, per la prima volta in via
ufficiale, è stato confermato il fatto che il sistema di difesa idraulica
del nostro territorio, una volta superata la portata di scolo di 90 mc al
secondo in condizioni ottimali di scarico a mare, non è più in grado di far
fronte ai fenomeni di piena nel momento in cui diventi indispensabile
utilizzare in via esclusiva lo sbocco di Zadina. Pertanto, qualora dovessero
ripetersi eventi meteo-marini paragonabili a quelli occorsi nel 1996 e nel
2011, i quartieri posti a monte della ferrovia sarebbero nuovamente colpiti
da fenomeni alluvionali nel momento in cui il porto canale venisse
scollegato dall'entroterra. Dopo 16 anni di "cortine fumogene" ed omissioni,
durante i quali sono stati spesi più di 20 milioni di euro in opere mal
congegnate e non risolutive, crediamo che rappresenti un atto assolutamente
improcrastinabile da parte della Giunta in carica incominciare ad
individuare le relative responsabilità morali e materiali insite in seno ai
lavori effettuati nel corso degli anni sul nostro sistema di scolo dato che
le finanze pubbliche non possono continuare ad essere il perpetuo salvagente
con il quale i pubblici amministratori cercano di riparare ai disastri
causati dalla "cattiva politica" e dalle relative clientele chiamate, spesso
senza possedere i requisiti necessari, a progettare e realizzare opere di
capitale importanza per la collettività. Non è accettabile che il Comune di
Cesenatico continui, come accaduto recentemente, a sborsare decine di
migliaia di euro per saldare fatture che traggono origine dagli errori
progettuali che gravitano attorno al meccanismo delle porte vinciane. Come
PLI siamo più volte intervenuti sul tema e, tassello dopo tassello,
percorrendo personalmente gli argini consorziali fino alle foci, abbiamo
ricostruito e denunciato a più riprese le principali mancanze relative al
sistema di protezione idraulica del nostro territorio. Se da un lato siamo
indubbiamente sollevati di venire a conoscenza, tramite i mezzi di
informazione, che il centro storico di Cesenatico, sistemi meccanici
permettendo, si troverà presto in piena sicurezza idraulica, dall'altro però
rileviamo che l'evento calamitoso che aveva dato origine alla lunga catena
di interventi indirizzati alla messa in sicurezza del nostro territorio,
ovvero l'alluvione che ha sommerso i quartieri Madonnina e Santa Teresa nel
1996, non ha trovato al momento alcuna cura definitiva né per quanto
riguarda la zona posta alla sinistra del canale Vena né per quella ubicata
alla sua destra dando l'impressione che si sia applicata la logica del
"triage" per decidere chi si sarebbe allagato e chi no tra coloro che vivono
ed operano nel centro storico e coloro che risiedono in periferia. Se fino a
poco tempo fa il silenzio generale che gravava sull'intera vicenda poteva
fungere da alibi per una classe politica spesso latitante sul tema,
l'intervento ufficiale compiuto da parte dell'Ente Consorzio di Bonifica,
indubbiamente resosi necessario anche a causa delle nostre numerose (e
scomode) puntualizzazioni sull'argomento, non lascia più adito a dubbi dato
che d'ora in avanti nessuno potrà più giustificarsi sostenendo di non essere
stato avvertito sui pericoli insiti in un sistema di drenaggio gravemente
sottodimensionato e poco affidabile. A questo punto sta alla politica, ora
indubbiamente informata, attivarsi prontamente per fare fronte senza alibi
alla minaccia rappresentata da questa spada di Damocle che pende sulla testa
di migliaia di nostri concittadini.
 

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