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Emporio solidale, le perplessità della Lega: "Sarebbe stato meglio individuare una sede meno costosa da riqualificare"

"Forse sarebbe stato meglio individuare una sede meno costosa da riqualificare, come qualcuno aveva proposto, e concentrarsi sulla gestione per garantire in breve tempo servizi efficaci"

 “Ennesimo annuncio della Giunta Lattuca sull’Emporio solidale, progetto di cui si parla dal 2019 ma che, probabilmente, vedrà la luce solo in tempo per la campagna elettorale 2024 di sindaco e attuale maggioranza. E per fortuna che a Cesena operano concretamente e senza tanto clamore diverse associazioni del Terzo settore che si occupano di nuclei famigliari e persone in difficoltà, soggetti che, certamente, non avrebbero potuto aspettare i tempi sempre più dilatati dell’operazione ‘Emporio solidale’”. Così in una nota i consiglieri del Gruppo Lega.

Dettagliano i leghisti in una nota: “Operazione 'Emporio solidale' che, all’inizio, sembrava di rapida realizzazione mentre, nel corso dei mesi, si è andata gonfiando con l’aggiunta di nuovi servizi contestuali all’accesso a nuove risorse del Pnrr. L’Emporio, come noto, sarà realizzato in un ex centro servizi a Torre del Moro nella zona artigianale. La spesa ammonterà a più di un milione e quattrocentomila euro, tra risorse Pnrr e comunali. Sappiamo, dal video di presentazione del progetto, che il colore qualificante sarà l’arancione, colore che emana energia e che quindi dovrebbe influenzare positivamente i frequentatori dell’Emporio. Lecito chiedersi se all’obiettivo prioritario di aiutare famiglie in difficoltà si sia aggiunto quello di soddisfare un’ambiziosa esibizione autoreferenziale. In più occasioni sono emerse perplessità sulla scelta dell’ubicazione dell’Emporio. Forse sarebbe stato meglio individuare una sede meno costosa da riqualificare, come qualcuno aveva proposto, e concentrarsi sulla gestione per garantire in breve tempo servizi efficaci. Nel frattempo, è l’attuale Governo che, con la legge di bilancio 2023, viene in aiuto concreto alle famiglie con reddito non superiore ai 15mila euro attraverso un fondo di 500 milioni di euro per l’istituzione di una ‘Carta risparmio spesa’ gestita dai Comuni per l’acquisto di beni di prima necessità da acquistare nei punti vendita aderenti”.

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