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Accesso al credito per le imprese, Bartolomei (Cd): "La Regione deve fare tutto ciò che è in suo potere"

"Serve una forte accelerazione nella gestione operata dalle pubbliche amministrazioni, a partire dalle Regioni sino ad arrivare ai Comuni, ma non basta", afferma Maria Grazia Bartolomei

La Commissione Europea ha deciso di mettere a disposizione dell'Italia quarantadue miliardi di euro nel periodo 2014-2020, un patrimonio più che considerevole. Quanti ne "spetteranno" alla Regione Emilia Romagna? Circa 7.6 miliardi, ma il pericolo è quello di perdere questo treno. "Serve una forte accelerazione nella gestione operata dalle pubbliche amministrazioni, a partire dalle Regioni sino ad arrivare ai Comuni, ma non basta", afferma Maria Grazia Bartolomei, capolista di Centro Democratico alle elezioni regionali del 23 novembre.

Per Bartolomei, "si deve mettere assolutamente mano all'accesso al credito, tasto dolente che se da un lato ha consentito agli istituti bancari di conservare una buona solidità, dall'altro ha messo in crisi proprio le imprese. Stando ai dati della Confesercenti nazionale relativi al mese di agosto, il livello di presiti alle imprese  si è fermato a 913 miliardi, ben 103 miliardi di euro in meno rispetto al 2011. In Emilia Romagna la contrazione dei finanziamenti alle piccole imprese è crollato del 16.6%. e la domanda di credito da parte delle pmi è in piena stagnazione. A livello nazionale, situazione che non si discosta molto da quella regionale, gli imprenditori segnalano una progressivo peggioramento delle condizioni per accedere al credito".

"Rispetto al periodo precedente (ottobre 2013-marzo 2014) la quota di piccole imprese che hanno richiesto finanziamenti è scesa passando dal 41,8% al 39,8% attuale. Invece, su base annuale si nota una lieve risalita (dal 36,3% del periodo aprile 2013-settembre 2013 al 39,8% attuale)", aggiunge Bartolomei. Cosa fare allora? Secondo la candidata al consiglio regionale, "la Regione Emilia Romagna, tramite gli organismi di garanzia facilità già l'accesso al credito, a partire dall'agricolturara, ma se questo bastasse probabilmente non saremmo qui a parlarne".

"I fondi che la Regione ha assegnato dal 2008 al 2013 nel settore dei confidi per fare fonte al credit crunch è stato pari ai 65 milioni di euro e 94 milioni di euro sono stati invece destinati ai fondi di gestione - prosegue -. Il 34% delle imprese della nostra provincia ha fatto ricorso al sistema dei confidi contro un 26% su scala regionale ed il 32% ha dichiarato una percezione positiva della loro attività; tra l'altro chi è ricorso ai confidi ha potuto godere di condizioni migliori del prestito".

"In provincia di Forlì Cesena i prestiti erogati alle imprese dal sistema bancario nel primo semestre 2013 hanno registrato una contrazione del 3.8% rispetto allo stesso periodo del 2012 - continua Bartolomei -. Sono state colpite dalla stretta creditizia le imprese meno strutturate. Il ricorso al credito, oltretutto, è servito alle per sostenere i costi di personale e delle materie prime, solo in minima parte le risorse sono state impiegate per investimenti. A seguito di colloqui con le rappresentanze economiche il candidato alla presidenza regionale del centrosinistrsa, Stefano Bonaccini, ha assunto l'impegno di un nuovo patto sociale per lo sviluppo e per il lavoro, che coinvolga le parti economiche e che faciliti l'accesso ai fondi europei e a quelli che l'ente regionale oltre che lo Stato (per la ricerca e lo sviluppo e legge Sabatini) mettono a disposizione per le micro, piccole e medie imprese".

"È una scelta che condividiamo e anzi, rilanciamo un'altra proposta - conclude la capolista di Centro Democratico alle elezioni regionali -. La stessa Regione potrebbe a mio avviso farsi garante del rilancio dei servizio di credito e di conseguenza del lavoro investendo ulteriori risorse nelle forme di garanzia al credito verso le pmi per favorire gli investimenti privati".

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