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Elezioni regionali, Lia Montalti (Pd) accende un faro sull'agricoltura in montagna

"La nuova Politica agricola comunitaria, e di conseguenza il Programma di sviluppo rurale, puntano sull'agricoltura e l'allevamento di collina e di montagna. Le zone appenniniche del cesenate possono trarre vantaggio da questa nuova linea"

Quasi 1200 milioni di euro. E’ questa la cifra a disposizione dell’agricoltura emiliana e romagnola per il periodo 2014-2020, con un occhio di riguardo per chi non sta in pianura: “La nuova Politica agricola comunitaria, e di conseguenza il Programma di sviluppo rurale, puntano sull’agricoltura e l’allevamento di collina e di montagna. Le zone appenniniche del cesenate possono trarre vantaggio da questa nuova linea. Ciò che è importante è saper sfruttare i finanziamenti che l’Europa mette a disposizione delle aziende agricole e del territorio”.

Così Lia Montalti, candidata al Consiglio alle prossime elezioni regionali del 23 novembre, commenta le opportunità che provengono dall’Europa e che si concretizzano tramite il Psr regionale. Nei giorni scorsi la candidata ha toccato alcuni dei principali centri montani del territorio (da Borghi ad Alfero, da Sogliano a Bagno di Romagna, passando per Sarsina, Mercato Saraceno e Montiano) ribadendo che la Pac dei prossimi 6 anni favorirà le zone rurali montane.

“Investimenti che puntino su agricoltura ed allevamento di qualità – aggiunge Lia Montalti – sono il classico esempio di come l’Unione europea voglia favorire le zone montane svantaggiate per limitare l’abbandono del territorio e, di conseguenza, il dissesto idrogeologico. E la Pac va proprio in questa direzione, perché è fuor di dubbio che le imprese che operano in questi settori rappresentano un presidio e una risorsa, specie per quei territori. Il nuovo Psr prevede priorità d’intervento nelle zone appenniniche, 90 milioni di euro per indennità compensative e 50 milioni per la prevenzione del dissesto idrogeologico nelle aziende agricole e nelle aree forestali, oltre a 93 milioni di euro per investimenti strategici contro l’abbandono del territorio, migliorando i servizi”.

Il Psr sarà in grado di finanziare 10mila progetti e 29mila interventi di formazione e consulenza tecnica. Ma quel che occorre sono le competenze e la capacità di intercettare i fondi. Soprattutto occorre un legame fra territorio e Regione in modo che le imprese locali siano a conoscenza di quel che l’Emilia-Romagna mette a disposizione. “L’agroalimentare dell’Emilia-Romagna – conclude Lia Montalti – vale 20 miliardi di euro di fatturato, il 15 per cento del comparto nazionale. Con il nuovo Psr potrà crescere ancora, confermando il primato delle esportazioni di prodotti alimentari. L’obiettivo e l’impegno per chi rappresenterà questo territorio in regione è di fare in modo che queste opportunità possano essere conosciute e quindi intercettate, con una attenzione particolare per le aree montane”.

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