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Elezioni, Plumari (Pd): "La Lega guarda in casa nostra, ma a Cesena ha perso 6mila voti rispetto al 2018"

"Leggo con stupore come il Segretario della Lega Cesena, prima ancora che analizzare il risultato drammatico del suo partito, che ha perso milioni di voti in pochi anni, provi a dare giudizi su quello del Partito Democratico"

Il segretario del Pd di Cesena Lorenzo Plumari replica a Fabio Biguzzi, segretario comunale della Lega. "Leggo con stupore come il Segretario della Lega Cesena, prima ancora che analizzare il risultato drammatico del suo partito, che ha perso milioni di voti in pochi anni, provi a dare giudizi su quello del Partito Democratico, di cui ovviamente non neghiamo il risultato negativo. Se qui ognuno decide di fare i conti a casa degli altri allora io ricordo come il partito di Salvini, che solo 3 anni fa alle Elezioni Europee aveva ottenuto il 34%, ha perso oltre 3,2 milioni di voti, a cui si aggiunge l’umiliazione di essere doppiato da Fratelli d’Italia in Lombardia e più che doppiato in Veneto, ossia nelle due regioni tradizionalmente roccaforti del Carroccio".

"Poi c’è un’altra differenza sostanziale: mentre a sinistra ha perso il Partito Democratico, a destra ha perso Salvini e ha vinto Meloni. Noi infatti siamo oggi l’unico partito-comunità rimasto sul panorama nazionale. Un partito che non dipende da un leader ma da valori, ideali e visioni condivise. A destra invece si va avanti di moda in moda, prima Berlusconi, poi Salvini e ora Meloni, tra qualche anno chissà. Gli elettori di destra sono sempre pronti a seguire il “nuovo” che avanza. Noi invece siamo, e continueremo a essere, una comunità politica, fatta di persone e di idee. E come comunità se vinciamo festeggiamo insieme, se perdiamo ragioniamo allo stesso modo insieme su dove abbiamo sbagliato e soprattutto su come ripartire".

"I consiglieri della Lega possono stare tranquilli che fino al 2024 saranno rappresentanti, anzi sovra-rappresentati, in Consiglio comunale. Dopo la musica cambierà. E qui c’è un dato emblematico: mentre il PD a livello nazionale si è fermato al 19%, a livello locale arriva quasi al 30%. La Lega, al contrario, a livello nazionale si attesta all’8,8% mentre a livello locale non va oltre al 6%, perdendo inoltre 6 mila voti in città rispetto alle politiche del 2018. La differenza è chiara: il lavoro di chi amministra la città è riconosciuto dai cittadini, mentre il lavoro di chi fa opposizione non sembrerebbe guardando questi numeri. Anzi, il risultato locale ben sotto la media nazionale, dovrebbe far riflettere la Lega di Biguzzi. Non basta esaltare i risultati della coalizione di centrodestra per non parlare di quelli del proprio partito".

Dettaglia il segretario Pd: "Precisato ciò, noi come Partito Democratico stiamo già discutendo al nostro interno, con incontri e confronti per analizzare il risultato di domenica scorsa e insieme siamo pronti a dare il nostro contributo attivo all’interno del percorso congressuale. Un congresso ricostituente che ci vedrà protagonisti nei prossimi mesi, perché in politica si può perdere ma l’importante è non perdersi. Anzi, dobbiamo essere in grado ora di allargare la nostra base, guardando a sinistra e alle forze civiche, per costruire un nuovo centrosinistra in grado di offrire una risposta alle diseguaglianze, alle paure, alle aspirazioni di milioni di noi, di indicare come le grandi sfide globali, ambientali e digitali, sociali e lavorative, possano diventare opportunità e non fonti di ingiustizie.  Allo stesso tempo, non possiamo non guardare al dato dell’astensionismo: 36,2%, contro il 13,9% di 30 anni fa. Dobbiamo essere in grado di riempire di visione, proposte, dialogo sociale il vuoto di politica e democrazia. Questa è la strada da prendere con il congresso. L’astensione, infatti, racconta della grande solitudine dei cittadini, della loro delusione e distanza dalla politica. Racconta dei frutti avvelenati del processo di disintermediazione che ha rimosso tutti i soggetti, sindacali e associativi, che vivevano dentro il disagio sociale e lo organizzavano. Ma li fuori ci sono persone vive, vitali, accese, pronte a spendersi per battaglie grandiose, riscosse epocali, cambiamenti rivoluzionari; pronte a ritrovare l’entusiasmo della politica e noi dobbiamo essere in grado di offrire loro un sogno, con idee e proposte forti che guardano alla società del futuro. Solo per citare un tema cardine: l’ascensore sociale. Un tema scomparso, ormai da anni, dal dibattito pubblico, e che un partito di centro-sinistra deve mettere al centro della propria agenda politica, perché è innegabile come l’ascensore sociale si sia bloccato e questo significhi che se oggi nasci povero, muori povero. In questo modo la diseguaglianza diventa ereditaria e un partito di centrosinistra non può, e non deve, accettarlo. Far funzionare l’ascensore sociale è un dovere sociale ed economico fondamentale. Queste e tante altre sono le battaglie che deve tornare a fare il nostro partito, anche ora che si troverà all’opposizione. Un’opposizione ricostituente, che dobbiamo essere in grado di portare avanti in Parlamento ma soprattutto nella società, per ritrovarci e ritrovare quei cittadini smarriti e delusi dalla politica. Per concludere, voglio citare Antonio Gramsci “Mi sono convinto che anche quando tutto è perduto bisogna rimettersi tranquillamente all’opera. E ricominciare dall’inizio”

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