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Elezioni, Massimo Bulbi (Pd) “Le aree interne e i piccoli comuni devono avere maggiori servizi”

“Nessuna agenda di ripartenza per l’Italia può ignorare le aree interne e i piccoli comuni" afferma convinto Massimo Bulbi, candidato Pd alla Camera dei Deputati per il Collegio uninominale di Forlì-Cesena

“Nessuna agenda di ripartenza per l’Italia può ignorare le aree interne e i piccoli comuni". Lo afferma convinto Massimo Bulbi, candidato PD alla Camera dei Deputati per il Collegio uninominale di Forlì-Cesena.

"La ricchezza del nostro Paese, infatti, sta proprio nella sua diversità territoriale. Tuttavia, è oggettivo che questo capitale sia stato a lungo sprecato e che i 10 milioni di persone che abitano in questi territori siano spesso stati esclusi dal modello di sviluppo del nostro Paese. La diseguaglianza territoriale fra grandi centri urbani e aree interne – sottolinea Bulbi – è una della più allarmanti di cui soffre l’Italia”.

“La concentrazione demografica nelle grandi città e l’accentramento delle infrastrutture e dei servizi, come ospedali e trasporto pubblico, lontani dai piccoli centri rischiano di reprimere ogni prospettiva di sviluppo economico, comportando al contrario un esodo dalle aree interne e montane. Senza un’imprenditoria giovane e con la fuga dei lavoratori e delle lavoratrici il rischio è quello di accelerare una spirale demografica. La conseguenza più immediata è l’abbandono dei terreni agricoli, spesso ‘difficili’ per dimensione e pendenza, con una riduzione delle aree gestite dalle aziende agricole. Questa situazione sociale ed economica amplifica anche quelle che sono le conseguenze del cambiamento climatico. Il dissesto idrogeologico colpisce, difatti, sproporzionalmente le aree montane, dove l’incuria si traduce in frane, inondazioni e crolli”.

“Per noi le aree interne devono essere realtà in cui crescere e vivere, in cui generare relazioni, sviluppo e, soprattutto, comunità. Il turismo può e deve rappresentare un importante volano di crescita per questi territori, ma non può essere l’unico: è importante che in questi territori sia possibile fare impresa a 360° gradi, anche in virtù dell’importante tradizione manifatturiera di molte zone interne e montane. Per questo intendiamo finanziare interventi di infrastrutturazione per la connessione ultraveloce, per l’energia (con particolare attenzione allo sviluppo delle comunità energetiche), per le risorse idriche, per la tutela dell’ambiente, con un piano organico di messa in sicurezza di questo patrimonio, e per le infrastrutturali sociali. Tra le misure per contrastare lo spopolamento dei piccoli centri ritengo altresì fondamentale – evidenzia Bulbi - prevederecanoni di locazione agevolati o contratti di comodato d’uso gratuiti del patrimonio immobiliare dei piccoli comuni a giovani che decidano di restare o trasferirsi in quei luoghi. Infine, coerentemente con la nostra visione nello sviluppo delle Comunità di salute e di un welfare di prossimità nel territorio, vogliamo integrare sempre più le iniziative già presenti nel PNRR per lo sviluppo della telemedicina avanzata, necessità emersa chiaramente durante il periodo pandemico”.

"La Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) è un progetto ambizioso e sicuramente positivo in quanto consente alle amministrazioni coinvolte di beneficiare di fondi dedicati per rilanciare i rispettivi territori ma, senza dubbio, da rivedere nei criteri. Infatti - sottolinea Bulbi - non considerare certi Comuni, seppur limitrofi e con le medesime caratteristiche, come avvenuto anche nel nostro territorio (sono nove i Comuni esclusi dal Ministero: Dovadola, Modigliana, Meldola e Predappio. Mercato Saraceno, Sogliano, Roncofreddo, Borghi e Sarsina) comporta una discriminazione tra parti di territorio con le stesse caratteristiche, creando così una situazione in cui i territori esclusi diventeranno sempre più svantaggiati e con bilanci di difficile gestione, la cui sostenibilità potrà avvenire solo con il taglio dei servizi”.

“Queste criticità – conclude Bulbi – rappresentano un pericolo non solo per il benessere di una parte del nostro Paese e del nostro territorio, ma anche per l’identità stessa dell’Italia. Negli ultimi anni il Partito Democratico è stato in prima linea per impedire che ciò avvenisse, con misure concrete e finanziamenti ingenti, e ora siamo pronti a continuare e rafforzare sempre più questo impegno anche nella prossima legislatura”.

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