Elezioni, Buonguerrieri (Fdi) sull'autotrasporto: "Si cercano camionisti ma non si trovano. L'iter farraginoso scoraggia i giovani"
“La Romagna un tempo era conosciuta per essere la capitale dell'autotrasporto, un settore che ha fatto la fortuna di tante imprese, cresciute soprattutto al fianco dell'agroalimentare, ma negli ultimi anni il comparto ha perso smalto"
“La Romagna un tempo era conosciuta per essere la capitale dell'autotrasporto, un settore che ha fatto la fortuna di tante imprese, cresciute soprattutto al fianco dell'agroalimentare, ma negli ultimi anni il comparto ha perso smalto a causa della competizione straniera e di una burocrazia asfissiante che pesa sugli autotrasportatori italiani. Il risultato? Oggi sul nostro territorio si faticano a trovare conducenti di mezzi per il trasporto merci e non c'è il necessario ricambio generazionale per dare continuità alle imprese e rispondere alle necessità logistiche che hanno le aziende della Romagna”. Ad Alice Buonguerrieri, unica romagnola candidata alla Camera per Fratelli d'Italia, durante gli incontri con gli imprenditori e le loro organizzazioni, questo tema è stato sollevato a più riprese: servono autotrasportatori ma i giovani non si avvicinano più alla professione.
“Un lavoro duro, che comporta sacrifici, ma che dà soddisfazioni non solo economiche – riprende Buonguerrieri – Eppure non è difficile trovare autisti da assumere oppure nuovi padroncini. Mi sono interrogata sul motivo e gli operatori con cui mi sono confrontata mi hanno evidenziato come sia il lungo e costoso percorso burocratico per arrivare all'abilitazione professionale a disincentivare i giovani a questo lavoro. Parliamo di anni: dalle patenti di guida alla Carta di qualificazione del conducente, dall'abilitazione comunitaria Adr all'iscrizione all'Albo degli autotrasportatori fino ad arrivare all'autorizzazione all'esercizio. In Italia serve tanto tempo e parecchie risorse da investire, mentre nella vicina Slovenia in qualche mese si riesce a completare tutto l'iter... E chi lo porta a termine poi può venire a lavorare in Italia. La farraginosità del sistema italiano si riverbera negativamente sull'attrattività e competitività del nostro comparto: bisogna rivedere l'iter, non tanto nei contenuti, parliamo di una professione delicata che necessita di un'adeguata formazione e delle relative autorizzazioni, ma nel percorso per conseguire il titolo professionale”.
“Sul territorio c'è fame di autotrasportatori, me lo hanno confermato diverse realtà. E senza la necessaria forza lavoro un auspicato ricambio generazionale si perdono occasioni di lavoro – conclude Alice Buonguerrieri – E' un controsenso, anche perché queste occasioni sono poi sfruttate da grandi gruppi di autotrasporto del Nord Europa o della Romania, che arrivano, si prendono il lavoro e non lasciano nulla sul territorio”.