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Elezioni a Cesena, l'attacco di Rossi agli avversari: “I sondaggi e le paure del Pd”

Andrea Rossi: "Divulgare certi risultati è un chiaro segno di debolezza, ma se fosse ballottaggio sarebbe comunque un risultato storico per Cesena"

"Parto dalle banalità. Stare in testa in una proiezione elettorale non garantisce alcuna vittoria: la forza di un sondaggio, infatti, dipende solo dalla sua capacità di avere influenza diretta sul voto, ovvero di convincere larga parte degli “indecisi” a confermare il risultato suggerito. E' uno schema che il Pd conosce molto bene. Per questo divulgare i risultati di un sondaggio (su un campione di 800 voti, meno del 2% degli aventi diritto) è un chiaro segnale di debolezza. Se poi, le percentuali indicate sono credibili come le 1000 persone che, secondo qualcuno, erano ad ascoltare Lattuca e Zingaretti martedì sera, allora possiamo dormire sonni tranquilli. 
In ogni caso, voglio stare al gioco". A parlare è Andrea Rossi, candidato sindaco del centrodestra alle prossime elezioni amministrative a Cesena, che attacca il PD sul sondaggio realizzato dalla coalizione di centrosinistra.

"Se il sondaggio del Pd fosse credibile saremmo comunque di fronte ad un risultato storico, perché questa città, governata per quasi mezzo secolo dalla stessa fazione politica, non ha mai vissuto l'esperienza di un ballottaggio - aggiunge -. Quando qualche mese fa ho deciso di candidarmi, il mio obiettivo era quello di creare un serio progetto di alternanza per sgretolare un sistema di potere ormai tentacolare e per dare un nuovo slancio di idee e progetti a questa città. L'alternanza, lo ripeto, è il nucleo della democrazia: sarebbe un toccasana per la città, ma anche per questa sinistra arrogante e confusa, ormai senza alcuna propensione all'autocritica e arroccata a difesa delle sue poltrone e dei suoi privilegi" ha detto Rossi.

"Se il 26 maggio si arrivasse davvero al ballottaggio potremmo dire che il nostro messaggio politico è stato compreso, accettato e condiviso - chiosa -. Un risultato del genere dimostrerebbe infatti che il sistema Pd vacilla anche a Cesena e che le incrostazioni ideologiche stanno lasciando il passo ad una visione più razionale e meritocratica della politica. Ma noi a quei risultati non ci crediamo perché siamo convinti che il 26 maggio i cesenati ci premieranno in maniera ancora più chiara. E allora, contro le paure del Pd, è ora di tirare fuori tutto il nostro entusiasmo e la forza progettuale della nostra proposta politica. Cambiare si può. Per una volta lo hanno ammesso anche loro. Io, più che investire tempo e risorse nei “sondaggi telefonici”, continuo il mio cammino tra le attività, nei quartieri, nei negozi, a contatto con i miei concittadini per capire realmente cosa serve a Cesena e cosa vogliono dal nuovo sindaco i cesenati". 

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