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Elezioni a Bagno, Baccini: "L’asso per il Sant’Agnese? Si restaurano vecchie logiche del passato"

Questa l'opinione del sindaco uscente di Bagno di Romagna e candidato al bis con la lista "Visione Comune", Marco Baccini

L'eventuale nomina di Lauro Giovannini alla presidenza della società Terme di Sant’Agnese? "Un restaurazione delle vecchie logiche del passato, fatte di tattiche e spartizioni lontane dall’interesse dei cittadini, ma motivate solo dall’interesse al potere". Questa l'opinione del sindaco uscente di Bagno di Romagna e candidato al bis con la lista "Visione Comune", Marco Baccini, "all'asso nella manica" annunciato dal candidato sindaco Lorenzo Spignoli in caso di vittoria alle prossime amministrative.

"Essendo la carica di amministratore di una società partecipata incompatibile con quella di consigliere comunale, infatti, emerge chiaramente che l’inserimento di Giovannini in lista è solo uno specchio per attrarre voti degli elettori, i quali però – un minuto dopo le elezioni – vedrebbero il proprio candidato uscire dal consiglio comunale per andare a fare il presidente delle Terme di Sant’Agnese - prosegue Baccini -. Una simile manovra, seppur dichiarata anticipatamente, non può che suscitare dubbi sulla volontà di guardare al futuro, così come la lista si definisce, anche perché ricordiamo che Giovannini ha già ricoperto la carica di presidente e amministratore del Sant’Agnese fino a quando nel 2005 fu sostituito con l’ex sindaco Ferruccio Boghi, proprio da Spignoli".

Esterna ancora il candidato sindaco: "Peraltro, risale al periodo in cui Giovannini era amministratore l’acquisto nel 2004/2005 di Palazzo Salucci-Malvisi, che oggi viene posto al centro del programma turistico di Spignoli, il quale qualche giorno fa chiedeva dove fossero finiti i soldi dei mutui attivati per la ristrutturazione. Nello stupore della richiesta da parte di chi doveva conoscere bene le situazioni, abbiamo verificato e questo è il punto. Per l’acquisto e la ristrutturazione del palazzo Salucci-Malvisi la società nel 2004 attivò un mutuo di 3 milionicon scadenza nel 2026, che prevede una rata annua di 242mila. Di questi 3milioni , 716mila furono impiegati per pagare il prezzo di acquisto. La restante parte, invece di essere stata utilizzata per la riqualificazione del palazzo, risulta che venne utilizzata per altri scopi".

Prosegue Baccini: "Nel 2007 un milione di euro fu utilizzato per l’acquisto del padiglione dell’idropinica di proprietà del Comune per la necessità di far entrare soldi in cassa all’ente comunale. Nel 2010, sempre per la stessa ragione, un milione fu utilizzato per la distribuzione degli utili ai soci, fra i quali il Comune che incassò da quella distribuzione la somma di 682mila euro. Nel 2012, la società dovette attivare un nuovo mutuo di 400mila euro che è stato utilizzato in parte per ultimare la distribuzione degli utili ed in parte per pagare una moratoria fiscale pari ad oltre 540mila euro. Ecco il risultato. Il mutuo non fu impiegato per la riqualificazione del palazzo, ma diversamente la società ha dovuto sostenere ogni anno una rata complessiva di 242mila euro principalmente per far tornare i conti del bilancio comunale".

"Questa è una parte di quell’eredità che ci è stata consegnata nel 2014, peraltro in una situazione in cui la società aveva chiuso due bilanci in perdita (2013 – 2014), con il rischio concreto per il comune di trovarsi costretto a privatizzarla - conclude Baccini -. E’ da lì che i nuovi amministratori espressione di Visione Comune hanno lavorato prima per riportare in attivo la società e poi per iniziare ad investire, nonostante il peso dei mutui ancora da estinguere. Su queste circostanze non ci sono interpretazioni, ma atti e documenti. Ci preme evidenziare questi aspetti perché non ci stiamo a passare da mistificatori o bugiardi, così come invece ci si vuol far passare, visto che nei vari incontri pubblici Spignoli sta dando una rappresentazione totalmente diversa e non aderente alla realtà delle carte e delle certificazioni. E se vogliamo guardare al futuro, oggi viene proposta la riqualificazione di Palazzo Salucci/Malvisi. Ci viene spontanea la domanda: ma perché dal 2004 al 2014, in dieci anni di governo Spignoli, non si è fatto nulla?".


 

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