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Edilizia, il Pri analizza la crisi e invoca l'aiuto del Comune: "Oltre 1.500 alloggi nuovi invenduti"

Il Comune, osservano dall'edera, "può intanto attivare un tavolo di lavoro al quale chiamare banche ed imprese per facilitare lo smaltimento del patrimonio edilizio invenduto"

Il Partito Repubblicano di Cesena nell’ultima riunione della Consociazione ha preso in esame la situazione economica del Comprensorio ed in particolare quella del comune malatestiano. "E’ stato in primis considerato come la nostra economia oltre il settore agricolo che è un elemento primario ha sempre goduto di una presenza strutturata del settore legato all’edilizia - viene analizzato dai repubblicani -. Ora questo settore ha in questi anni subito la maggiore crisi proprio perché il mercato immobiliare non ha più assorbito il patrimonio edilizio realizzato. Si parla oggi di oltre 1.500 alloggi nuovi invenduti. Tale fenomeno ha avuto per conseguenza diretta la crisi anche del settore creditizio. La gran parte delle sofferenze bancarie sono determinate dalla crisi delle imprese edili, tant’è che in molti casi gli appartamenti realizzati sono diventati di proprietà delle banche che però hanno dovuto ridurre il credito alle imprese di altri settori". 

Il Comune, osservano dall'edera, "può intanto attivare un tavolo di lavoro al quale chiamare banche ed imprese per facilitare lo smaltimento del patrimonio edilizio invenduto. In primis acquistandone una parte per garantire ed ampliare il settore della edilizia residenziale pubblica. Se oggi circa l’80% dei cesenati è in possesso dell’appartamento di residenza è indubitabile che il rimanente 20% non è in grado di acquisirlo. A questi si aggiungono quei nuclei familiari che costituiscono gli elementi di nuova povertà.  Oltre a ciò si possono attivare iniziative legate a modalità facilitanti il sistema dell’acquisto a riscatto. Ciò però comporta che sia sgombrato il campo dall’ipotesi del quartiere Novello che avrebbe come unica conseguenza quella di inflazionare ulteriormente il mercato considerato, tra l’altro, che quel progetto contrasta con il principio a più riprese sbandierato di azzerare l’uso del territorio e di puntare su recupero e rinnovo dell’esistente".

"A chi eventualmente obbiettasse che ciò impedisce un impiego delle ditte edili ancora attive", il Pri cesenate propone "di aprire una fase seria e positiva tesa a mettere in sicurezza l’edilizia scolastica sotto il profilo sismico. Se ogni plesso scolastico fosse un lotto da mettere a gara si potrebbe ipotizzare un coinvolgimento anche delle imprese locali. Và anche considerato che questa iniziativa ha un primario valore sociale perché non è possibile che a Cesena non esista una scuola sicura in caso di forte terremoto.  E’ questo dunque un impegno prioritario per il Pri. A questo aggiungasi un vasto piano teso alla realizzazione ed al completamento di infrastrutture a cominciare dal lotto zero e dalla nuova via Emilia. Non intendiamo avanzare altre richieste, ma questo a nostro avviso dovrebbe essere il compito e l’impegno della Giunta nell’ultima fase della legislatura". Alla questione ha replicato il sindaco Paolo Lucchi.

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