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E' polemica sul ministro della disabilità, Verona: "E' inutile". Lega: "Importante per il coordinamento"

La nomina di Erika Stefani come ministro della disabilità all'interno del governo Draghi fa nascere una polemica. Botta e risposta tra l'assessore Carlo Verona e la Lega

La nomina di Erika Stefani come ministro della disabilità all'interno del governo Draghi fa nascere una polemica innescata con un post su Facebook dall'assessore alla cultura del Comune di Cesena, Carlo Verona. L'assessore non fa mistero di non gradire questa figura: "Un ministro alla disabilità è un ministro di cui non ne sentivo la necessità - ha scritto su Facebook - la disabilità è un tema trasversale che deve interessare più ministeri, è un tema culturale di cui tutti dovremmo averne conoscenza. Un ministero alla disabilità, senza portafoglio poi, rischia di essere una ulteriore complicazione burocratica nella già complessa vita delle persone disabili. Se il nuovo ministro poi, si è anche distinto per la sua battagli acontro lo “ius soli”, cioè contro una norma a favore di persone fragili, allora oltre all’inutilità vedo anche incoerenza".

Non si fa attendere la replica di Jacopo Morrone e Antonella Celletti, che vanno in 'soccorso' della appena nominata ministra leghista.
"Che l’assessore della Giunta Lattuca, Carlo Verona della lista A sinistra-Articolo Uno, sostenga di ‘non aver gradito la costituzione di un ministero alle politiche per la disabilità’ la dice lunga sulla miopia e sulle preclusioni di esponenti politici che sembrano vivere in un universo parallelo”. Così in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone e il capogruppo leghista in Consiglio comunale Antonella Celletti.

“A Verona rispondiamo -proseguono Morrone e Celletti - che le politiche di tutela, sostegno e garanzia per la disabilità non sono appannaggio di una parte politica. E’ certo, tuttavia, che la Lega per prima ha voluto l’istituzione di un ministero per la disabilità, nel primo governo Conte, e la stessa Lega lo ha riproposto anche nel governo Draghi (dopo che il Conte bis l’aveva cancellato) per coordinare le politiche sulla disabilità che stanno presso gli altri ministeri. C’è tutta una corrente di pensiero, insomma, che vorrebbe appropriarsi ideologicamente e in esclusiva del ‘problema’ disabilità, senza agire. La stessa corrente di pensiero che osteggia la politica del fare. Sul richiamo allo ‘jus soli’, infine, Verona batte ogni record di strumentalità, scivolando pesantemente nel mettere in competizione disabilità e soggetti stranieri a cui vorrebbe ‘regalare’ la cittadinanza italiana".

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