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Donne vittime di violenza, dalla Regione 1,3 milioni di euro per finanziare il reddito di libertà

“Questa scelta segna un concreto e importante passo avanti in risposta ai bisogni delle donne vittime di violenza" afferma la Consigliera regionale Pd Lia Montalti

La Regione Emilia-Romagna rilancia il Reddito di Libertà, la misura rivolta alle donne vittime di violenza che prevede l’erogazione di un assegno mensile fino a 400 euro per un periodo massimo di un anno. Le risorse stanziate dalla Regione sono pari a 1,3 milioni di euro per il 2022 e questo investimento integra in modo significativo i 200 mila euro stanziati dallo Stato, portando le risorse già disponibili a 1,5 milioni di euro. Nelle prossime settimane inoltre verranno assegnati all’Emilia-Romagna altri 667 mila euro di risorse statali, che permetterà al fondo di superare i 2 milioni di euro e di dare così risposte a una platea importante di donne.

“Questa scelta segna un concreto e importante passo avanti in risposta ai bisogni delle donne vittime di violenza – afferma la Consigliera regionale PD Lia Montalti – verso una loro piena autonomia. Si tratta di una risposta urgente e necessaria che avvia la fase di attuazione del Piano regionale antiviolenza 2021-2023, approvato lo scorso anno in Assemblea Legislativa. Avevamo già finanziato lo scorso anno, in via sperimentale, il Reddito di Libertà con risorse pari a 300 mila euro. Quest’anno possiamo contare su 1 milione in più di risorse regionali, a cui si aggiungono quelle statali, per un totale di 2 milioni di euro. Questi finanziamenti daranno una risposta alle oltre 290 persone che, tramite l’Inps, nel primo trimestre del 2022 hanno chiesto un aiuto economico dopo essere entrate nel sistema di tutela dei centri antiviolenza”.

“Sappiamo bene – evidenzia Montalti – come la condizione femminile abbia risentito drammaticamente della crisi legata alla pandemia, così come le richieste di aiuto per violenze domestiche che, già prima del Covid-19, erano in costante aumento di circa 5% l’anno. Allo stesso tempo, sappiamo quanto la mancanza di indipendenza economica possa influire sulla decisione di sottrarsi da una relazione violenta. Per questo sono orgogliosa del fatto che l’Emilia-Romagna sia stata la prima regione italiana a integrare con fondi sostanziosi una misura nazionale. Si tratta infatti – conclude – di uno strumento importante per favorire il processo verso una reale emancipazione delle donne vittime di violenza: economica, lavorativa e sociale. Non vogliamo restino sole, ma vogliamo creare prospettive per un futuro diverso e soprattutto migliore”.

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