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Diritto allo studio, Bartolomei (Centro Democratico): "Accorciare le distanze tra università ed imprese"

"Le borse di studio e il sostegno per il diritto allo studio sono elementi importanti che oggi l'Emilia Romagna mette a disposizione e che ci permettono oggi di non affondare", dichiara Maria Grazia Bartolomei, candidata alle elezioni regionali come capolista del Centro Democratico

L'articolo 34 della costituzione sancisce in modo inequivocabile come i "capaci e meritevoli, anche se provi di mezzi" debbano essere in condizione di poter conseguire "i gradi più alti degli studi". Questa condizione sembra essere messa in crisi oggi alla luce dei dati diffusi da Eurydice della Commissione europea che riportano come le tasse universitarie italiane siano le più alte di tutto il vecchio continente, fatta eccezione per la Spagna che comunque offre agevolazioni maggiori agli studenti.

Ciò che preoccupa ulteriormente è la percentuale di chi tra tanti sacrifici porta a termine il percorso di studi conseguendo una laurea e non trova lavoro: quasi 13 neolaureati su 100 nel 2013 erano disoccupati contro una media europea dell'8.7%. "Le borse di studio e il sostegno per il diritto allo studio sono elementi importanti che oggi l'Emilia Romagna mette a disposizione e che ci permettono oggi di non affondare - dichiara Maria Grazia Bartolomei, candidata alle elezioni regionali come capolista del Centro Democratico - tuttavia oggi è necessario fare di più e l'ente regionale deve porsi obiettivi più alti avviando nuove collaborazioni e percorsi di formazione innovativi per i nostri giovani".

Il rettore dell'Università di Bologna, Ivano Dionigi, dal canto suo ha dichiarato come nemmeno lui oggi si sarebbe potuto permettere gli studi ricordando inoltre che anche in Turchia "è tutto gratis". Nonostante il problema sia strutturale e spetti al Governo in primis sbloccare la situazione con l'avvio di politiche al passo coi tempi, anche le Regioni devono fare la loro parte, specie oggi dove le Province sono state trasformate in Enti di secondo livello e con competenze sempre più confuse e limitate.

"Come Regione dobbiamo prenderci l'impegno di implementare le politiche attive di formazione e di istruzione,  strettamente legate al mondo produttivo che già esistono e per farlo serve un nuovo modello che si basi sulla sburocratizzazione e su una maggiore facilità di collaborazione tra imprese e mondo dello studio. Il 6% di export in crescita della nostra regione è un segnale importante e ci offre l'opportunità di creare davvero nuove partnership. Sul nostro territorio formiamo nuove generazioni di psicologi,  architetti,  ingegneri, informatici, economisti, interpreti: esportiamo le nostre conoscenze le competenze e il nostro valore, dimostrando che un'inversione di tendenza si può fare".

"Tanti dei nostri ragazzi abbandonano l'Italia impoverendo le nostre conoscenze oppure preferiscono altri paesi per completare il loro percorso di studi e in molti casi non rientrano perché riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro più in fretta perchè la' le distanze tra università ed imprese sono ridotte - conclude -. Dal lato degli studenti torniamo a dare loro fiducia dimostrando che investire in un percorso di studi, che comunque deve avere costi equi e sostenibili, significa investire nel loro futuro professionale. dobbiamo accorciare sempre più la distanza tra mondo del lavoro, scuola e università".

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