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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Di Placido e Baredi: "Serve riportare la sanità al centro del dibattito politico"

"Da troppo tempo, infatti, questo argomento o non viene trattato, oppure viene trattato in maniera superficiale e viziata da personalismi", affermano in una nota congiunta Luigi Di Placido ed Elena Baredi

OSSERVAZIONI SUL BUFALINI - Per quanto concerne il Bufalini, spiegano Baredi e Di Placido, le "linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera", prodotte dalla Direzione Generale della Azienda Unica sanitaria, "disegnano uno scenario futuro nel quale l'ospedale cesenate rischia un concreto depotenziamento.Non è nostra attenzione fare dell'inutile allarmismo, tanto più che nutriamo grande considerazione dei professionisti che lavorano nella struttura, ma non possiamo tacere che ben 7 reparti mancano del primario, ai quali a breve se ne aggiungeranno altri due ; che il numero di posti letto aggiunti a quelli esistenti è ben più basso a Cesena che nelle altre realtà limitrofe; che si perdono specializzazioni mediche; che l'eccellenza del trauma center non è valorizzata come dovrebbe. Sono professionisti sul campo che ci confermano questa analisi, non sono nostre demagogiche rivendicazioni campanilistiche, che peraltro non ci appartengono per nulla. E chi governa la nostra città, cosa ha fatto e cosa fa per evitare tutto questo? Ha pensato di cavarsela con un tour nei quartieri, e con la costituzione di un "comitato cittadino" sempre meno frequentato, che non ha neanche discusso questo documento della Direzione Generale".

OSSERVAZIONI SUL NUOVO OSPEDALE - In merito al nuovo ospedale, "l'idea ci piace, sia ben chiaro - affermano Di Placido e Baredi -, ma non può essere utilizzata per distrarre la città dai problemi quotidiani che non si riescono a risolvere, come fosse un diversivo rispetto alle lacune amministrative. Fino ad oggi si è parlato di localizzazione (decisa praticamente di ufficio, senza un minimo di confronto) e di contenitore, senza la minima attenzione verso il contenuto. Un nuovo ospedale deve necessariamente essere il risultato di una analisi attenta e precisa di come si immagina la sanità del nostro territorio per i prossimi 20/30 anni, dalla quale scaturisce cosa costruire e come. Individuare un terreno (è veramente la collocazione più adeguata? Sfidiamo chiunque a poter dire di esserne certo), e presentare un disegno, è ben diverso da quello che ci saremmo aspettati e che riteniamo sia indispensabile. Assistenza territoriale diffusa, nuove tecnologie a servizio della sanità, ridefinizione della medicina di base, nuove sensibilità negli stili di vita: sono solo alcuni degli aspetti che vengono coinvolti, ma che ad oggi mancano totalmente. Si è preferito parlare di monorotaie e nuovi parchi urbani, dando una perfetta dimostrazione di quanto si sia partiti male. Dopo che si è diffusa la notizia del nostro dibattito, il direttore generale dell'Azienda Unica ed il Sindaco si sono affrettati a dichiarare che il progetto del nuovo ospedale coinvolgerà tutti i cittadini. Meglio tardi che mai. Una nostra prima piccola vittoria, sulla quale vigileremo con attenzione. In un territorio così legato alla propria sanità come il nostro, discutere e confrontarsi è un dovere, un obbligo. Su questo continueremo a lavorare, oltre gli schieramenti e le appartenenze, ben consapevoli che certi temi vanno decisamente oltre le sigle".

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