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Centro storico, i Liberaldemocratici: "Immagine della giunta compromessa"

Luigi di Placido (Liberaldemocratici per Cesena) e Stefano Angeli (Progetto Liberale) ammoniscono così l'amministrazione comunale in merito alla protesta del comitato "C'entro anch'io" in consiglio comunale di giovedì scorso

"Se ci fosse stata reale volontà di dialogo, la si poteva dimostrare molto facilmente in tempi non sospetti, e non solo dopo essersi accorti di aver fatto una solenne figuraccia". Luigi di Placido (Liberaldemocratici per Cesena) e Stefano Angeli (Progetto Liberale) ammoniscono così l'amministrazione comunale in merito alla protesta del comitato "C'entro anch'io" in consiglio comunale di giovedì scorso. "Nella lettera aperta al Comitato C'entro anch'io, il sindaco e la sua giunta dichiarano che non denunceranno nessun esponente del comitato a seguito della protesta di giovedì scorso in Consiglio Comunale - affermano Di Placido e Angeli -. Il semplice fatto di averci pensato anche solo per un minuto è indice del grado di confusione e imbarazzo che regna a Palazzo Albornoz".

Per Di Placido e Angeli "il danno di immagine è evidente, ed è un danno assolutamente irrecuperabile.Certo, ci sono state alcune intemperanze anche da parte dei manifestanti, ma sono state l'effetto e non la causa di anni di sordità e chiusura. Se ci fosse stata reale volontà di dialogo, la si poteva dimostrare molto facilmente in tempi non sospetti, e non solo dopo essersi accorti di aver fatto una solenne figuraccia. Ancora una volta si è preferita la prova di forza, ma è andata male, molto male. Siamo stanchi di ascoltare la favoletta del rispetto del programma elettorale, perché potremmo fare una lunga lista di decisioni prese in questo anno e mezzo e non contenute in quelle pagine spesso generiche. La lettera aperta del sindaco e dei suoi assessori contiene dichiarazioni di disponibilità, ma decisioni già confezionate e non modificabili, in una contraddizione che lascia sbigottiti per la sua enormità: bisognerebbe capire se continuano a volerci prendere tutti per allocchi, o se sono in una tale difficoltá che cercano di unire gli opposti contro ogni logica".

Per Di Placido e Angeli "parcheggi per i residenti, il City manager e l'inizio dei lavori in Piazza della Libertà" sono "i tre argomenti che dovrebbero manifestare la disponibilità al confronto". Quindi un suggerimento al sindaco: "dal momento che si appresta a presentare un bilancio rivoluzionario per il 2016, con il quale ha dichiarato che abbasserà le tasse e migliorerà i servizi, faccia un ulteriore sforzo (modestissimo, rispetto a quelli annunciati) e vedrà che nei 100 milioni di euro che gestisce troverà sicuramente qualche decina di migliaia di euro. Altro che compartecipazione. Se l'amministrazione crede veramente nella necessità di rilancio del Centro Storico, lo dimostri con i fatti, e la smetta di coprirsi dietro ridicole richieste nei confronti di chi ha già dato, e molto, anche solo resistendo alle condizioni  negative create ad arte in questi anni. Risultano evidenti i forti limiti che hanno caratterizzato l'operato di Zona A, che non può più essere la foglia di fico dietro la quale nascondere la voglia di immobilismo: ecco perché è necessario uno shock positivo fatto di idee e intraprendenza".

Quindi la l'attacco: "Anche in questa illuminatissima lettera aperta, non si dice neppure una parola sul progetto che pesa come un macigno sul futuro del Centro Storico, e che soddisferà tanti appetiti in maniera trasversale: l'ampliamento del Montefiore. Su questo il sindaco non chiede confronto, probabilmente perché lo ha già fatto, e tace. Da ultima la perla della richiesta di avviare una "comunicazione positiva". Se l'immagine del Centro Storico è offuscata, la responsabilità è esclusivamente in capo all'Amministrazione. L'unica "comunicazione positiva" che avrebbe senso e dignità sarebbe quella di ammettere di aver sbagliato su tutta la linea, e trarne le conseguenze".

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