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Decine di tv sull'asse adriatico rischiano l'oscuramento, protesta la Lega

La Regione, "quali azioni intende intraprendere, in armonia con Agcom e ministero dello Sviluppo economico, per garantire la regolare trasmissione e diffusione informativa delle televisioni locali a rischio oscuramento e il mantenimento dei livelli occupazionali di queste emittenti?"

La Regione, "quali azioni intende intraprendere, in armonia con Agcom e ministero dello Sviluppo economico, per garantire la regolare trasmissione e diffusione informativa delle televisioni locali a rischio oscuramento e il mantenimento dei livelli occupazionali di queste emittenti?”. A chiederlo, in una interrogazione alla Giunta, sono Massimiliano Pompignoli, primo firmatario,e Andrea Liverani, del Gruppo Lega nord.

“E’ scaduto- si legge nel documento- il termine di legge inizialmente fissato al 31 dicembre 2014 e poi prorogato al 30 aprile per il rinnovo degli impianti che trasmettono su circa 76 frequenze televisive della riviera adriatica (a seguito delle proteste di Stati confinanti, Croazia e Slovenia in testa, che hanno lamentato interferenze con le proprie trasmissioni): 144 emittenti locali, circa un terzo di quelle esistenti, sarebbero a rischio oscuramento lungo l’area adriatica, senza la possibilità di trasmettere su frequenze alternative”.

“Non si è assistito- sottolineano i consiglieri Ln- ad alcun provvedimento ministeriale a garanzia del funzionamento e della corretta diffusione informativa delle tv locali coinvolte, con il rischio che lo switch off possa concretizzarsi in qualsiasi momento: l’eventuale oscuramento di queste 144 emittenti priverebbe i cittadini emiliano-romagnoli del diritto ad essere informati e metterebbe a rischio circa 2.000 dipendenti”.

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