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Cesena, Forlì e Cesenatico: tasse e numeri a confronto. Lucchi: "Fatto un grande sforzo"

In un'ottica comparata con Forlì e Cesenatico (i due Comuni più popolosi del territorio), si nota invece come, i costi per le imprese cesenati siano sempre inferiori a quelli delle corrispondenti imprese forlivesi

Con una lettera inviata ai Consiglieri comunali, il sindaco Paolo Lucchi e il vicesindaco Carlo Battistini analizzano lo studio presentato nei giorni scorsi da Cna Forlì-Cesena, relativo alla tassazione locale nei 30 Comuni del forlivese e del cesenate. Comparando i dati di Cesena con quelli la media provinciale, emerge come, su otto fattispecie di impresa esaminate da Cna, in 4 casi per quelle cesenati il carico fiscale sia sotto la media provinciale, mentre in due corrisponda sostanzialmente alla media.

In un'ottica comparata con Forlì e Cesenatico (i due Comuni più popolosi del territorio), si nota invece come, i costi per le imprese cesenati siano sempre inferiori a quelli delle corrispondenti imprese forlivesi, mentre in quattro casi su otto siano inferiori a quelli cesenaticensi ed in un caso equivalenti. La tassazione per i singoli cittadini - per la quale è in previsione un esame più approfondito nelle prossime settimane - risulta invece sempre costantemente a favore degli abitanti di Cesena, rispetto a quelli di Forli e Cesenatico.

Analizzato la Tari 2014 (tassa sui rifiuti) annuale per un’attività artigianale tipo bottega/parrucchiere, barbiere, estetista, con superficie di riferimento di 50 metriquadri, osservano Lucchi e Battistini la media provinciale è di "165 euro; per il Comune di Cesena 165 euro; Comune di Forlì 205 euro eComune di Cesenatico 174 euro. La Tari 2014 annuale per un’attività artigianale tipo bottega/falegname, idraulico, fabbro, elettricista, con superficie di riferimento di 300 metri quadri la media provinciale è di 822 euro; per Cesena 717 euro; Forlì 890 euro; e Cesenatico 756 euro. Per carrozzeria, autofficina, elettrauto con superficie di riferimento di 300 metri quadri la media provinciale 1.029 euro; per Cesena 964 euro; Forlì 1.197 euro; e Cesenatico 1.017 euro. Per l'attività artigianali di produzioni beni specifici, con superficie di riferimento di 1.000 metri quadri la media provinciale è 3.216 euro; Cesena 2.797 euro; Forlì 3.472 euro; e Cesenatico 2.949 euro"

Capitolo Imu+Tasi+Tari: per una carrozzeria di 282 metri quadri ed una rendita catastale di 1.646 euro la media provinciale è di 3.043 euro; Cesena 3.278 euro; Forlì 3.450 euro; Cesenatico 3.172 euro. Per una attività industriale con capannone di 2.600 metri quadri ed una rendita catastale di 8.450 euro la media provinciale è di 12.849 euro; Cesena 12.562 euro; Forlì 14.120 euro; Cesenatico 12.568 euro. Per una attività industriale di tornitore con capannone di 1.130 metri quadri ed una rendita catastale di 4.760 euro la media provinciale è di 5.922 euro; Cesena 5.929 euro; Forlì 6.530 euro; e Cesenatico 5.870 euro. Infine per un bar-pasticceria di 63 metriquadri ed una rendita catastale di 1.877 euro la media provinciale è di 1.759 euro; Cesena 1.822 euro; Forlì 1.985 euro; Cesenatico 1.794 euro.

"Per 4 categorie imprenditoriali su 8 le imprese cesenati siano sotto la media provinciale, mentre in 2 casi su 8 corrispondano sostanzialmente alla media - osservano Lucchi e Battistini -. In 8 casi su 8 i costi per le nostre imprese siano inferiori a quelli delle corrispondenti imprese forlivesi; in 4 casi su 8 siano inferiori a quelli cesenaticensi ed in un caso equivalenti. Questa somma di dati aiuta a capire lo sforzo fatto in questi anni a Cesena per non far gravare troppo sulle imprese le difficoltà di bilancio con le quali si è trovato a combattere ogni Comune. Non siamo stati più bravi di altri: semplicemente abbiamo fatto un grande sforzo - anche aiutati dalle Associazioni d’impresa - che però non può certo considerarsi concluso né soddisfacente. Ancora molto, infatti, resta da fare per rendere più equilibrati ed equi i costi a carico delle imprese e dei cittadini ma, ce lo si permetta, almeno rispetto ai Comuni di dimensioni simili al nostro, qualche vantaggio competitivo per le imprese cesenati è percepibile".

"Una situazione simile è riscontrabile anche sulla tassazione a carico dei cittadini. I dati disponibili dai rendiconti dei Comuni relativi all’anno 2013, confermano infatti come la pressione tributaria per abitante sia stata di 589,63 euro a Cesena, di 630 euro a Forlì e di 888,60 euro a Cesenatico. Nel 2012 era pari a 554,51 euro per Cesena, a 604 euro per Forlì ed a 529,73 euro per Cesenatico - continuano gli amministratori -. Inoltre, appena avremo disponibili i dati relativi ai versamenti per la Tasi, saremo forse in grado di dimostrare come anche la tassa sulla casa a Cesena sia stata gestita all’insegna dell’equità, facendo pagare di più a chi ha di più ed invece mettendo molte delle nostre famiglie con situazioni economiche più basse, nella condizione di godere di detrazioni anche significative. Ma, su questo, rinviamo il confronto ai prossimi giorni, quando i dati saranno ufficiali, pur ribadendo sin d’ora la volontà certa di restituire ai cesenati quanto non dovuto come detrazione. Ci auguriamo che il confronto sul bilancio 2015 del nostro Comune, anche grazie a questi dati, possa risultare più sereno e consapevole".

FORZA ITALIA - "Sorprende, ovviamente in negativo, la lettera che il Sindaco, con tanta premura stacanovista, produce in una domenica pre-natalizia - commenta Marco Casali (Forza Italia) -. Forse per farci un regalo o forse per manifestare ancora una volta il suo cesarismo, il Sindaco viene a dirci, senza un minimo di pudore, che a Cesena le tasse sono basse anche rispetto agli altri Comuni del comprensorio. Nella sua cita di barbieri, estetisti, parrucchieri, tornitori, carrozzieri. Lo fa portando esempi di uno studio fatto da una confederazione “amica”. Non è la prima volta che il Sindaco si rifugia in parrocchia quando vede il brutto tempo e non è la prima volta che rilancia la propaganda del più bravo, del più efficiente e del più democratico. Questa volta però la spara grossa ad appena 5 giorni dal tax-day. Il tema delle tasse non è un tema sul quale scherzare e i numeri parlano dichiaratamente chiaro".

Casali entra nel dettaglio: "Per l'Imu aliquota massima da oltre 3 anni. Nessuna attenzione per le imprese proprietarie degli immobili. Nessuna attenzione per le oltre 1700 aziende agricole del territorio che scontano una aliquota massima (10,6) da tre anni. Ricordo che per inciso l’anno scorso questi soggetti hanno dovuto pagare anche la mini-imu. Per la Tasi aliquota massima, tanto per cambiare, con una aggravante: quest’anno, grazie all’introduzione del meccanismo Isee, i contribuenti hanno dovuto penare non poco per vedersi riconosciuta la detrazione spettante Molti hanno rinunciato sulla base del principio di equità tanto millantato. Addizionale Irpef: aliquota raddoppiata nel 2014 per una ampia fascia di contribuenti. Per la Tari non c’è più vergogna nello scrivere nei bilanci di un dividendo di Hera che per il solo Comune di Cesena è pari, nel 2014, a 2 milioni di euro. Ergo, abbiamo pagato di più il servizio e anche questo rappresenta una tassazione subdola e indistinta. Ma c’è un dato ancora più lampante ed è quello dell’avanzo di bilancio. 4-5 milioni di euro tutti gli anni. In sostanza si è chiesto più di quello che si doveva ai cesenati. Poco servono gli studi, servono i fatti, serve la volontà politica per invertire la rotta, serve la voglia di uscire dalla logica del comune massimo. Tutti concetti nuovi, capisco, da metabolizzare, spero, ma gli unici in grado di risollevare le nostre economie".

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