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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Consigli di Quartiere, Cesena Siamo Noi: "Non convince il nuovo sistema"

Si sono chiuse le candidature per i Consigli di quartiere, che il prossimo 30 giugno passeranno in Quarta commissione consiliare, dove si affronterà il nuovo regolamento che prevede per i consiglieri di quartiere non più l'elezione “dal basso”

Si sono chiuse le candidature per i Consigli di quartiere, che il prossimo 30 giugno passeranno in Quarta commissione consiliare, dove si affronterà il nuovo regolamento che prevede per i consiglieri di quartiere non più l'elezione “dal basso”, ma la nomina “dall'alto” da parte delle forze politiche. La modifica al regolamento dei quartieri in tal senso è stata proposta e votata dal Partito Democratico di Cesena lo scorso 26 marzo, emendata e sostenuta da Libera Cesena e votata in maniera contraria da Cesena Siamo Noi e Movimento Cinque Stelle Cesena. Si tratta di una modifica sostanziale, che toglie il metodo elettivo ed affida ai gruppi consiliari la designazione dei futuri consiglieri di Quartiere.

“Una prima analisi di convenienza politica potrebbe spiegare in parte la scelta di evitare il confronto diretto con la cittadinanza. Il Partito Democratico di Cesena, trainato dall'effetto Renzi, nel 2014 prese una percentuale di consenso che oggi forse teme di non vedere confermato. Libera Cesena potrebbe avere lo stesso timore, soprattutto nei confronti di altre compagini politiche di centrodestra, come la Lega. Per queste due formazioni politiche una campagna elettiva nei quartieri sarebbe stata di certo un forte dispendio di energie: per il PD in particolare si correva forse il rischio di ritrovarsi con nuovi consigli di quartiere dalla composizione trasversale e meno rispondente alla composizione e alla maggioranza del Consiglio comunale” dice Vittorio Valletta, consigliere comunale di “Cesena SìAmo Noi”.
  
“Le motivazioni ufficiali presentate per questa scelta sono state diverse: il rischio di una affluenza bassa, la necessità di risparmiare sui costi e nuove normative nazionali. Motivazioni che non reggono ad un'analisi più approfondita, che come lista civica abbiamo operato, dentro e fuori dal Consiglio comunale, anche insieme ad altre forze politiche del territorio. La possibilità di una bassa affluenza visto il mancato affiancamento alle elezioni regionali, tenutesi nel 2014 a causa delle dimissioni anticipate di Errani, rischiava – si è detto - di fornire una percentuale di votanti non rappresentativa. Invece di avanzare preoccupazione per questo crescente disinteresse e rassegnazione dei cittadini che scelgono di non andare a votare – preoccupante aspetto dell'attuale scenario politico -, l'Amministrazione avrebbe potuto cogliere la sfida coraggiosa dei quartieri come un'occasione per riattivare il ruolo centrale della partecipazione civica, proprio dal livello più vicino ai cittadini, ricordando l'importanza che tale istituzione ha avuto per Cesena e cercando di arginare l'astensione. Il vero paradosso è che per non rischiare di avere bassa affluenza, il problema dell’affluenza è stato estinto alla radice!” continua Valletta.

“Si è anche parlato di normative nazionali, che però non hanno impedito a tante città italiane nella stessa situazione di Cesena di continuare a dare la parola ai cittadini e a scegliere il confronto elettivo, che avrebbe potuto essere organizzato a costo zero, in maniera snella e sostenibile impiegando gli attuali Consigli di quartiere per svolgere le operazioni di voto” prosegua la nota di Cesena Siamo Noi, che sottolinea come il Pd abbia “scelto invece un'altra strada, di chiusura e arroccamento, celando dietro una sbandierata, quanto apparente, apertura alla cittadinanza e alle associazioni tramite l'autocandidatura “slegata dai partiti”, il meccanismo finale di scelta dei candidati. Ora la selezione dei nuovi consiglieri di quartiere è in mano esclusivamente a quei partiti e forze politiche presenti in Consiglio comunale, che sceglieranno in base alle percentuali di preferenza ottenute alle ultime elezioni del maggio 2014. Di certo quando siamo andati a votare lo scorso anno nessuno avrebbe potuto immaginare che quei risultati sarebbero rimasti validi negli anni a venire, anche per scegliere la composizione di organi diversi dal consiglio comunale”

Cesena Siamo Noi “è stata sin dall'inizio fortemente contraria a questa visione: ha scelto di non barattare la garanzia di una presenza nei Consigli di quartiere in base al risultato positivo nelle ultime amministrative con la convinzione profonda nella partecipazione dal basso dei cittadini alla cura della città e dei beni comuni – principio fondante della lista civica – e nel sistema elettivo, come unico sistema di scelta democratica. Siamo delusi e spaventati da questa che sembra essere una deriva delle istituzioni che avanza a qualsiasi livello. In questa fase di disaffezione dalla politica da parte dei cittadini che non si sentono rappresentati, ha prevalso la scelta di contribuire ad ampliare questo scollamento anche a livello locale”

“Il regolamento dei quartieri - continua Valletta - è stato stravolto, ma invece che procedere ad una riforma reale, che aiutasse i quartieri a tornare centri operativi di confronto e consulta per la comunità, come in passato, salvaguardandone l'autonomia e il legame col territorio, si è scelto di privare i consiglieri di quartiere del loro mandato popolare e, legandoli ad uno specifico gruppo consiliare, anche della loro autonomia. Li si è allo stesso tempo investiti di nuovi poteri decisionali, anche in materia di investimenti e pianificazione. Il sistema sembra mirare a creare quasi degli uffici territoriali di controllo, scelti non direttamente dai cittadini ma nominati dal Consiglio comunale, anche se tutte le future scelte operate dal quartiere senza dubbio ci verranno presentate come scelte “condivise e partecipate”.

“Si è anche parlato di apertura alle associazioni, ma questa avrebbe richiesto la possibilità di candidarsi nel quartiere dove l’associazione opera, che spesso non coincide col quello di residenza o di sede dell’attività del candidato: possibilità che sarebbe stata un segno di conoscenza del legame col territorio delle associazioni e che invece non è prevista nel nuovo regolamento. Il sistema delle autocandidature, deciso all'ultimo e non condiviso, ha trovato poi un riscontro debolissimo e insufficiente. Nonostante le probabili (ma non abbiamo conferma) sollecitazioni di consiglieri e i confronti nei circoli su quali nominativi “autocandidare”, sono arrivate in tutto 250 autocandidature per 13 quartieri, insufficienti a coprire l'organico dei Consigli e la necessaria riserva prevista sempre dal nuovo regolamento (fatto mai accaduto prima). Inoltre, soltanto 80 delle 250 autocandidature arrivate sono corredate da un curriculum, come richiesto dal regolamento ma non specificato poi nel bando, anche stringato, che evidenzi le motivazioni e le precedenti esperienze nei vari ambiti della comunità (associativo, istituzionale, volontario)”. 

“Le rimanenti 160 autocandidature - si conclude la nota firmata da Valletta - sono composte solo dai dati anagrafici, e dall'autodichiarazione che non sussistono elementi ostativi alla nomina. Ora di nuovo chiediamo quali saranno i criteri con cui la Commissione consiliare preposta e il Consiglio comunale sceglieranno i candidati, criteri che del resto non vengono chiariti né esplicitati né dal regolamento né dal bando pubblico. Cesena Siamo Noi invita tutti i cittadini a partecipare alla Quarta commissione consiliare che si terrà martedì 30 giugno alle ore 20.30 presso la sala del Consiglio comunale, e che si occuperà delle nomine dei Consiglieri di quartiere, affinché ogni cittadino cesenate interessato possa valutare di persona tale complessa vicenda e le ripercussioni sulle scelte che ci toccano da vicino” 

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