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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Comunità energetiche rinnovabili, approvata in Emilia Romagna la prima legge regionale

Lia Montalti (Pd): “Un passo avanti fondamentale nella transizione ecologica e nella lotta alla povertà energetica, che sarà sostenuto concretamente da risorse regionali ed europee”

Martedì in Assemblea Legislativa è stato approvato il progetto di legge “Promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili (Cer) e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”. L’obiettivo è quello di offrire uno strumento concreto per agevolare e disciplinare le comunità energetiche, cioè gruppi di autoconsumatori (cittadini privati, enti, imprese) di energia da fonti rinnovabili che si riuniscono per produrre energia pulita e abbattere così i costi.

“Quella approvata oggi in Aula, dopo un proficuo percorso di confronto tra forze politiche e stakeholders, è una legge di fondamentale importanza – afferma convinta la Consigliera regionale PD Lia Montalti –. La comunità energetica rinnovabile rappresenta di fatto la ‘città del futuro’, un coordinamento tra istituzioni locali, imprese e cittadini, tutti consapevoli che solo uniti si può ottenere un risultato concreto per abbattere il caro bollette, creare risparmio energetico, guardando al futuro e alle nuove tecnologie digitali. Assieme alla legge è stato approvato anche un Ordine del Giorno – evidenzia Montalti –, di cui sono prima firmataria, con cui abbiamo impegnato la Giunta regionale a individuare, fin da subito, modelli di Cer più facilmente realizzabili nel territorio emiliano-romagnolo; realizzare un servizio di informazione e supporto per tutti i Comuni e gli enti pubblici che vogliano attivare dei progetti nel loro territorio; e, infine, identificare delle linee guida, per soggetti pubblici e privati, circa la progettazione e l’attivazione delle Cer”.

La comunità energetica rinnovabile è un soggetto giuridico di diritto autonomo composto da clienti finali, ivi inclusi i clienti domestici, sia pubblici che privati, i cui poteri di controllo fanno capo a persone fisiche, Piccole e Medie Imprese, enti territoriali e autorità locali, ivi incluse le amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore, e di protezione ambientale, nonché amministrazioni locali contenute nell’elenco delle amministrazioni pubbliche divulgato dall’ISTAT che sono situate nel territorio degli stessi Comuni in cui sono ubicati gli impianti per la condivisione. La partecipazione alla comunità di energia rinnovabile è aperta a tutti i consumatori e per quanto riguarda le imprese, non può costituire l'attività commerciale e industriale principale.

“L’obiettivo principale della comunità energetica – prosegue Montalti – è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità ai suoi membri o alle aree locali in cui opera la comunità, e non quello di realizzare profitti finanziari. Infatti, l’energia autoprodotta è utilizzata prioritariamente per l'autoconsumo istantaneo e per la condivisione con i membri della comunità, mentre l'energia eventualmente eccedentaria può essere accumulata e venduta anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile, direttamente o mediante aggregazione. La Regione – sottolinea Montalti – per sostenere concretamente tutto ciò metterà a disposizione contributi e strumenti finanziari dalla fase di costituzione delle comunità energetiche, alla fase di predisposizione di progetti fino alla fase di acquisto e installazione degli impianti energetici. Le comunità energetiche che nasceranno in Emilia-Romagna potranno  contare sulle risorse della nuova programmazione europea, dove per le politiche energetiche locali sono già previsti investimenti per 86 milioni di euro. A cui si aggiungeranno i 2,2 miliardi di euro di fondi PNRR destinati ai Comuni sotto i 5 mila abitanti. Non mancherà, infine, una seria campagna di comunicazione e informazione per diffondere questo progetto di fondamentale importanza per il futuro delle nostre comunità locali”.

“Il compito di un amministratore, a qualsiasi livello, – conclude – è quello di avere una visione politica dei problemi e delle possibili soluzioni e noi, con questa nuova legge regionale, abbiamo voluto guardare con serietà al futuro, partendo dagli obiettivi europei di sostenibilità ambientale e di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili, per arrivare ai problemi impellenti causati dal conflitto russo-ucraino, che rende ancora più urgente accelerare la svolta verde in tutto il nostro Paese”.

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