rotate-mobile
Politica

Cessioni delle quote di Hera, Di Placido (LibDem): "Solo per fare cassa"

"Da tempo sottolineiamo la particolarità di HERA, posseduta in maggioranza dai Comuni, ma gestita come l'azienda privata e quotata in borsa che effettivamente è. La contraddizione è evidente quando si pensa che parliamo di una società nella quale controllore e controllato coincidono"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Da tempo sottolineiamo la particolarità di HERA, posseduta in maggioranza dai Comuni, ma gestita come l'azienda privata e quotata in borsa che effettivamente è. La contraddizione è evidente quando si pensa che parliamo di una società nella quale controllore e controllato coincidono: i Comuni stabiliscono le tariffe e dovrebbero tenerle più basse possibile, ma devono anche fare cassa con i dividendi. I dividendi sono sempre più vitali per i Comuni, e ce ne accorgiamo nelle bollette.

Una società privata in tutto e per tutto, nella quale il pubblico sempre più spesso si trova ad andare a rimorchio. Sta per arrivare l'ultimo capolavoro: i Comuni vendono azioni per fare cassa, la loro quota scende al 38% ma, con una mossa degna della miglior pianificazione sovietica, modificano le regole per mantenere comunque il controllo. Portano al 75% la soglia per poter cambiare lo statuto, così possono continuare a contare, senza avere i soldi per farlo. In effetti qualcosa continueranno a contare, nominando consiglieri di amministrazione per tessere di partito e non per competenza, facendo scelte diverse a seconda del territorio amministrato (chi si è tenuto le reti, chi le ha regalate alla multiutility), disegnando il proprio sviluppo territoriale in base a cosa piace o non piace a Hera.

I soldi che i Comuni incasseranno dalla vendita delle azioni, frutto di una dismissione del patrimonio? Siamo curiosi di vedere se verranno utilizzati per sovvenzionare la spesa corrente e crearne di nuova, o per investimenti. Il Sindaco Lucchi e il Vice Sindaco Battistini ritengono "la partecipazione a Hera strategica per i servizi pubblici locali”: talmente strategica che hanno deciso di vendere un terzo delle azioni possedute, senza peraltro certezza sulla cifra realizzata e sui tempi necessari per ottenerla. Una domanda sorge spontanea: perché mai il "mercato" dovrebbe comperare le azioni che questi signori venderanno? 

Lo farà se sarà conveniente, ma per essere conveniente dovrà essere remunerativo. Ed ecco l'annuncio più interessante: cari cittadini serviti da Hera, continuerete a pagare tariffe capaci di remunerare chi investe nella società, anche senza pretendere di scalarla e governarla. Vuol dire che pagherete più di quel che il servizio vale. E qui arriviamo alla considerazione che da tempo facciamo: il monopolio che ha caratterizzato i servizi per troppi anni ha inevitabilmente creato una situazione distorta che va curata. E la cura è la concorrenza, l'eliminazione delle rendite di posizione, il servizio migliore.

 

In altre parole: la gestione privata con capitale privato. I Comuni hanno una grande forza: possiedono le reti, vero potere contrattuale nei confronti di qualunque gestore, con il quale evitare distorsioni o eccessivi appetiti: ebbene, lo usino, lasciando che sia una gara a decidere l’offerta migliore. Sarebbe un grande contributo di chiarezza, per i bilanci e, sopratutto, per i cittadini. Altrimenti si continua in questi capolavori di follia, che assomigliano molto al gioco delle tre carte.


 

Luigi Di Placido

Liberaldemocratici per Cesena

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cessioni delle quote di Hera, Di Placido (LibDem): "Solo per fare cassa"

CesenaToday è in caricamento