Cesena Siamo Noi fa il punto sull'emergenza: "Potenziare i contesti solidali"
"La pandemia ci ha insegnato che le persone con reti sociali e legami comunitari hanno sofferto meno il lockdown perché hanno avuto la possibilità di un sostegno relazionale e pratico"
Vecchi e nuovi bisogni: Cesena Siamo Noi fa il punto sull’emergenza. "Serve una strategia e una politica sulla povertà a breve e lungo termine. Non si può solo pensare all'emergenza. I dati Istat confermano che la povertà è in aumento e che nei prossimi mesi aumenteranno le famiglie con difficoltà economiche a causa del Covid e di tutti i cambiamenti in atto dal punto di vista economico e sociale".
La ricetta di Cesena Siamo Noi: "Serve un welfare capace di connettere risorse, costruire reti di sostegno a partire dai quartieri e non solo un welfare impegnato ad erogare prestazioni. La pandemia ci ha insegnato che le persone con reti sociali e legami comunitari hanno sofferto meno il lockdown perché hanno avuto la possibilità di un sostegno relazionale e pratico, di sperimentare la mutualità e la condivisione (famiglie che si aiutano con la gestione figli, sostegno nei condomini per piccole pratiche quotidiane agli anziani e alle persone sole, scambi di informazioni e servizi). Serve lavorare per potenziare contesti comunitari solidali".
"Il Covid ci insegna che la solidarietà a partire dalle relazioni di vicinato è il collante sociale. Per fare questo serve costruire un alleanza territoriale, un patto fra soggetti (amministrazione terzo settore diocesi privati aziende cittadini ) soprattutto per dare una risposta abitativa e al lavoro. Guardiamo esempi virtuosi come Insieme per il lavoro, l'alleanza costruita a Bologna fra soggetti istituzionali e associazioni, sindacati settore no profit, non solo come luogo di pensiero e confronto ma anche come strumento efficace per intervenire sul territorio. Fare un monitoraggio delle situazioni di criticità già esplose ma anche delle fragilità che molte famiglie stanno vivendo senza per questo essersi rivolte ai servizi. Monitoraggio: anche qui coinvolgere soggetti diversi, dagli assistenti sociali ai servizi sanitari territoriali, dall'università al terzo settore. Deve essere un monitoraggio non solo di raccolta numeri ma dove contemporaneamente si incontrano e conoscono le realtà sul territorio con l'obiettivo di approfondire i problemi e le criticità ma contemporaneamente attivare risorse. È necessario impostare un lavoro di ricognizione sociale sulla povertà e le fragilità del nostro territorio. Realizzare fin da subito micro pratiche di sostegno e di mutuo aiuto a partire dai quartieri. È chiaro che siamo di fronte a 2 grandi questioni della nostra società: le povertà (economica, sociale ed educativa ) e le fragilità dei legami. E di fronte a questo serve fare un grande investimento di pensiero e di azione a partire da una messa in discussione del sistema dei servizi sociali (e sanitari) perché i cambiamenti in atto ora sono molto veloci e complessi e non ci devono trovare impreparati. È ora il tempo per pensare e riprogettare le politiche di welfare della nostra comunità".