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Dai rubinetti riecco l'acqua di Ridracoli. "Mancava da 7 mesi"

Cesena torna ad assaporare l'acqua di Ridracoli. A maggio, infatti, l’erogazione di acqua di buona qualità, è tornata ad uscire dai rubinetti cesenati a livelli accettabili (poco sopra il 70%)

Cesena torna ad assaporare l'acqua di Ridracoli. A maggio, infatti, l’erogazione di acqua di buona qualità, è tornata ad uscire dai rubinetti cesenati a livelli accettabili (poco sopra il 70%). "Quello però che ora chiediamo a Hera e a Romagna Acque è di spiegare perché per oltre 7 mesi Cesena ne era stata quasi totalmente privata, facendo invece ampio ricorso all’acqua dei vecchi pozzi di falda, molto dura e con elevati contenuti di nitrati ed altre sostanze non propriamente gradite" dicono Stefano Angeli e Ugo Vandelli, segretario regionale e segretario comunale del Partito Liberale Italiano

"Soprattutto sarebbe gradita la spiegazione dei forti aumenti tariffari dell’acqua a Forlì e Cesena a fronte di una qualità spesso scadente e di un servizio che non è affatto migliorato negli ultimi anni, anzi si è spesso trovato in emergenza e con il rischio concreto di dover ricorrere a razionamenti. In cinque anni le tariffe sono aumentate di quasi il 37%, ma la risorsa di buona qualità prende sempre di più la strada della riviera, che non ha risorse proprie, lasciando a secco proprio il forlivese ed il cesenate che erano i destinatari originali di Ridracoli".

"Insomma ci spieghino Hera e Romagna Acque - concludono gli esponenti del PLI - perché noi cesenati, e forlivesi, paghiamo sempre più caro per un servizio che va invece sempre più spesso a vantaggio di altri, come il comune di Cesenatico ad esempio che i suoi vecchi pozzi di falda ha chiuso da tempo. Chiediamo inoltre al comune di Cesena ed al suo sindaco Paolo Lucchi di rendere pubblici, magari in uno dei siti internet di “comunicazione” finanziati dall’ente locale, i dati delle analisi mensili dell’Arpa sull’acqua potabile. Riteniamo infatti necessario che i cittadini abbiano la possibilità di informarsi sulle variazioni di qualità del prodotto che arriva nelle loro case, così come c’è l’obbligo di riportare le analisi chimiche sulle etichette dell’acqua minerale. Anche le “case dell’acqua” che nascono come funghi sul territorio, avrebbero, a nostro avviso, necessità di pubblicare la provenienza e la composizione chimica del prodotto che erogano, cosa che fin’ora invece manca. Insomma a nostro avviso l’acqua di Cesena necessita ancora d’essere molto più trasparente".
 

 

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