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Provincia unica, lo sfogo di Lucchi: "I problemi della città sono altri"

La "terza via" proposta da Lucchi e la classifica delle priorità da seguire. Il primo imperativo è semplice: "No ai campanilismi"

"Questa mattina ho trovato i quotidiani del nostro territorio pieni di dichiarazioni sulla Provincia unica romagnola. [...]". Inizia così un lungo posto del sindaco Paolo Lucchi pubblicato sulla sua pagina facebook. Posso ammettere di vivere questo dibattito con una grande fatica? Ed è possibile affermare, con la stessa dignità di chi vive la Provincia unica romagnola come una vittoria oppure come una sconfitta, che il tema mi coinvolge ma che non è certo in cima alla scala delle mie priorità?".

"Se così è, - continua - metto per iscritto quello che, a bassa voce, tanti stanno sussurrando da settimane: oggi i problemi sui quali i cittadini ci chiedono di essere lungimiranti, preveggenti, attenti, sono ben altri. Nella mia personale classifica i cesenati risultano letteralmente terrorizzati per la situazione economica italiana; vivono con grande paura le debolezze dell’euro, ben sapendo che la sua messa in discussione colpirebbe soprattutto i redditi famigliari più bassi; sollecitano interventi sulle nostre strade, sui marciapiedi, sulle piste ciclabili, consapevoli di come le risorse finanziarie dei Comuni non siano mai state così scarse; chiedono ragione dei furti che sempre più stanno caratterizzando, purtroppo, anche le nostre zone. Ma mai – mai, per quel che riguarda il sottoscritto! – vivono con gioia infinita o con tensione la prospettiva di trasformare le tre Province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, in un’unica grande Provincia romagnola. A me pare anzi che le donne e gli uomini di Cesena subiscano la scelta del Governo con una qualche indifferenza, a volte anche infastidita".

"Lo so, - sottolinea - affermandolo corro il rischio che il mio amico Roberto Balzani possa collocarmi tra i politici che “faticheranno ad adattarsi a questa trasformazione, appartenendo all'ancien régime del partito trasversale della spesa pubblica“. Ma è un rischio che voglio correre, poiché Roberto, al quale mi lega una solida amicizia, sa invece bene come io sia sinceramente appassionato alle prospettive della comunità cesenate e come ciò mi consenta anche una lettura originale di ciò che ci sta accadendo".

"Per questo, - ecco la proposta - nei prossimi mesi – quelli che ci separano dalla costituzione della Provincia unica romagnola - vorrei che i partiti dei favorevoli e dei dubbiosi “a prescindere” si fondessero in una “terza via”: quella che ci dovrà portare a ragionare delle funzioni della nuova Provincia, dell’equilibrio tra i territori ma, soprattutto, del rapporto con i cittadini e dei servizi essenziali per gli stessi, rifuggendo da ogni campanilismo forzato, come in questi anni è accaduto grazie alle attuali Province".

"Per riuscirci, dovremo però anche atteggiarci ad un principio costante di sobrietà – nelle parole e nei fatti – evitando di urlare, come sta accadendo in questi giorni, e tornando a discutere non solo attraverso i comunicati stampa e le tante dichiarazioni flash, ma solo dopo aver elaborato – tutti assieme, Sindaci, Presidenti delle Province attuali, Consigli comunali e provinciali, parlamentari romagnoli, forze politiche di maggioranza ed opposizione, rappresentanze sindacali, sociali, imprenditoriali – un progetto condiviso e concreto. Ce la faremo? Almeno proviamoci, facendo sino in fondo il mestiere pro tempore per il quale i cittadini ci hanno scelti. In ogni caso, fedele alla scelta della “terza via”, io d’ora in poi eviterò di dire ciò che penso di questo tema al di fuori degli incontri istituzionali e di quelli politici. Lì farò la mia parte, naturalmente, pronto a contribuire alla costruzione di un progetto utile alle nostre comunità".

Il dibattito, nella vita reale e virtuale, è aperto.

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