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Pri pronto alla nascita di un nuovo soggetto politico. Senza Edera


Rivoluzione in ambito politico. I Repubblicani tornano alla carica mettendosi a disposizione per formare una nuova realtà politica. E sono pronti a mettere da parte proprio il proprio simbolo

Rivoluzione in ambito politico. I Repubblicani tornano alla carica mettendosi a disposizione per formare una nuova realtà politica. E sono pronti a mettere da parte proprio il proprio simbolo: l'Edera. Un nuovo scenario sia a livello nazionale come a quello locale, capace di riavvicinare i cittadini alla politica, "dando soluzione - si legge - ai tanti gravosi problemi che attanagliano il nostro Paese. Innanzitutto partendo dalla cosiddetta "Agenda Monti", ampliandone i confini in termini temporali e programmatici".

"I pur evidenti limiti dell'attuale Governo - si legge nel documento approvato dalla Consociazione del Pri - non possono far dimenticare che esso ci ha salvato da un baratro verso il quale eravamo lanciati, restituendoci al contempo quella credibilità internazionale che ci compete, seppure al prezzo di una dura manovra economica. Tale manovra, in alcune sue parti discutibile, è figlia di una situazione di emergenza che, se non affrontata con decisione, avrebbe consegnato il Paese alla reggenza degli organismi europei ed internazionali di controllo, con conseguenze facilmente immaginabili".

"Le forze sane e lungimiranti del Paese - sottolineano - devono riunirsi per dare una prospettiva di più ampio respiro a questa impostazione, sull’esempio della Grosse Koalition tedesca, superando le divisioni artificiose e paralizzanti che il bipolarismo muscolare degli ultimi 20 anni ha imposto. Un chiaro programma di governo, che abbia come basi il proseguimento del risanamento economico  unito a politiche di sviluppo attraverso  riduzione della spesa pubblica, dismissioni del patrimonio, liberalizzazioni, riforme di settori vitali quali la giustizia, scuola e università,  diminuzione della pressione fiscale su imprese e privati, attuazione di un vero federalismo responsabile, il tutto in uno spirito di equità sociale. Una legislatura costituente, dunque, che oltre a questi aspetti metta mano ad una riforma complessiva dello Stato che vada oltre i semplici artifici sulla legge elettorale".

"In  questo difficile percorso, - si legge - i Repubblicani devono uscire dall’immobilismo che ne caratterizza l’azione a livello nazionale, e dichiarare apertamente la propria disponibilità al dialogo e al confronto con i soggetti presenti oggi nel panorama politico che condividono i punti sopra richiamati, fuori da vecchi schemi e alleanze consunte.Non basta parlare di polo liberal-democratico in astratto, occorre ricercare affinità e convergenze con interlocutori, a maggior ragione quando essi appartengono alla medesima matrice culturale, per dare vita ad un’area di responsabilità nella quale le singole appartenenze sfumano dinnanzi ad un processo di sintesi ormai ineluttabile verso un nuovo progetto politico".

"I Repubblicani della Consociazione cesenate - qui il cuore del messaggio - ritengono sia necessario il medesimo coraggio a livello locale, dichiarando, sin da ora, che alle prossime tornate amministrative locali sono disponibili a non presentarsi  con il proprio simbolo, al quale pur sono legati da profondo amore. Ciò, sia ben chiaro, non significa in nessun modo dichiarare la fine di una tradizione e di una presenza sul territorio che nessuno può cancellare, significa al contrario corroborarla di un nuovo significato che può prescindere dalle sigle e dai simboli, perché forte di contenuti e di appartenenza".

Non manca una frecciatina contro gli avversari politici. "In un quadro locale dove le maggioranze di centro-sinistra mostrano una crescente incapacità ad andare oltre l’ordinaria amministrazione e proiettarsi sulle sfide che la crisi economica rende più stringenti, e dove la crisi nazionale del centro-destra ne accresce e ne acuisce l’inconsistenza e la marginalità, è necessario iniziare da subito a dare vita ad un processo che porti anche nel nostro territorio ad un nuovo soggetto politico, del quale i Repubblicani devono essere artefici, animatori e protagonisti. Esiste, infatti, un vasto strato sociale che non si riconosce più nell’attuale offerta politica e non intende farsi affabulare da movimenti puramente protestatari: ad essi i Repubblicani devono offrire una nuova prospettiva, fatta di contenuti e di una visione del futuro che sappia convincere ed affascinare, anche attraverso nuove forme di comunicazione e organizzazione.
Solo così facendo si difende il patrimonio culturale ed ideale che ci contraddistingue, nel solco del coraggio visionario e lungimirante di personaggi come Ugo La Malfa".
 

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