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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Governo tecnico sì o no? La politica cesenate si divide

Lega, Pdl e Pd espongono la propria posizione circa il futuro del paese e di come i cambiamenti ai vertici del Governo potrebbero influenzare la politica locale

L'annuncio delle dimissioni dalla carica di presidente del consiglio di Silvio Berlusconi, dopo l'approvazione della legge di stabilità, ha fatto il giro del mondo.  E' stato comunicato martedì sera dopo un colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tanti gli interrogativi che si sono aperti sulla leadership per Governo. Elezioni o governo tecnico? Salirà l'opposizione o ci sarà un Berlusconi bis? Intanto la Borsa non ha risposto come molti pensavano. Esponenti di Lega, Pd e Pdl di Cesena raccontano la prima sensazione a caldo.

Antonella Celletti, capogruppo della Lega, ha le idee chiare: “Crediamo che non ci siano altre soluzione al di fuori delle elezioni. Scartiamo invece l'ipotesi di un governo tecnico che non è espressione diretta del popolo e potrebbe portare ad una fase di stallo. Questa scelta esprime il non voler andare a elezioni per timore di dover prendere delle decisioni impopolari”. Secondo l'esponente della Lega, difficilmente ci saranno delle ripercussioni del cambiamento politico a livello locale e nel breve periodo, ma – aggiunge - “si vedrà chi è fedele a una linea e chi no”.

Daniele Zoffoli, in qualità di segretario territoriale del Pd  ha detto: “Dubbi e incognite ovviamente ce ne sono – sottolinea Zoffoli – perchè i colpi di coda del regime morente possono essere velenosi. Berlusconi andrà via, ma i problemi, a partire dalla crisi economica, restano tutti”. “Il Pd – continua Zoffoli - è pronto con un programma per il rilancio o meglio per salvare il paese”. Ma questo documento salvifico, a detta del segretario, è in fase di elaborazione con le assemblee programmatiche. Rispetterà i cinque punti annunciati da Bersani il 5 novembre a Roma. E, per conoscerli, Zoffoli rimanda al sito del partito.

In caso di governo tecnico la figura guida che, secondo Zoffoli è più idonea, è quella di Mario Monti. Invece, in caso di elezioni, la ricetta del segretario è duplice: “Vogliamo intercettare i voti di quanti sono stati delusi dal Pdl. E  vorremmo che i nostri elettori decidessero i nostri rappresentanti in Parlamento con le primarie”.
Il futuro del Pdl? “Rischia di implodere perchè il premier faceva da collante tra persone diverse”.

“C'è molta amarezza – esordisce Riccardo Cappelli del Pdl - riconosciamo che ci voleva un ricambio ma lasciano perplessi modalità e tempi. Ultimamente veniva additato come il capro espiatorio dei problemi italiani. Ma la sua dichiarazione non ha fatto da volano per le Borse nella seduta di mercoledì. Significa che c'è un problema di credibilità della classe politica”.

Sul futuro dell'assetto politico Cappelli mette in luce le criticità. “Con le elezioni si rischia un impasse di mesi, ma piuttosto che la melina è meglio ricorrere al giudizio dei cittadini. Dico no al governo tecnico se questo prolunga l'agonia di un governo che necessita riforme”. Lancia poi una stoccata alla sinistra. “Ora spero di vedere anche dei contenuti e non più solo il “Berlusconi dimettiti”. Anche perchè l'antiberlusconismo faceva da collante in tutta la sinistra che ora è obbligata a confrontarsi su programmi e concretezza”.

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