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Il vertice di Confcommercio: "Serve uno svecchiamento della politica dando spazio a persone disposte ad impegnarsi e offrire il loro contributo"

Corrado Augusto Patrignani di Confcommercio è alle prese con il dubbio amletico circa una sua discesa in campo politico. Non conferma, non smentisce. Con una nota “risponde” alle richieste di chiarimenti in merito, ma in realtà tutto si traduce in una serie di considerazioni sul momento politico-economico attuale senza nessuno sbilanciamento. Un temporeggiamento che ricorda molto il modo di fare di Montezemolo. Che sia un segno?

La nota inizia con una premessa: “Mai come in questa fase si avverte un contrasto lancinante fra aspettative e esigenze di cittadini e imprese e le riposte non adeguate della politica a tutti i livelli istituzionali. Lo scenario è in frenetico divenire  in attesa dell'auspicato varo della legge elettorale e delle vicine  politiche del 2013. Alle primarie di quelli che fino ad oggi sono stati i due principali partiti si affiancano la crescita dei consensi di movimenti alternativi come Cinque Stelle e il varo di nuove formazioni politiche dell'area di centro”.

“Questa fase di stallo – si legge - prelude a una ricomposizione del quadro politico che non potrà che riverberarsi sull’ambito locale, dove le amministrative del 2014 sono lontane. Il Governo Monti ha bene operato sul rigore dei conti e del recupero di credibilità internazionale del nostro Paese, ma ha fatto troppo poco sul versante della crescita. Io credo che la domanda di buona politica sia ancora alta e i partiti e i movimenti seri debbano intercettarla non prescindendo da un radicale rinnovamento, dalla riduzione dei costi della casta  e da un ricambio che non è solo generazionale”.

C'è bisogno – rincara - di nuova linfa dentro la politica, a tutti i livelli: in Parlamento come nei consigli regionali e comunali e in quelli provinciali delle Province vecchie e di quelle accorpate col riordino istituzionale, sul quale nutro perplessità e temo che la nuova provincia di Romagna possa nascere fisiologicamente inadeguata a rispondere alle esigenze di cittadini e imprese per i quali la Regione Romagna sarebbe invece l'ambito istituzionale in grado di dare più potere e più forza al territorio”.

Serve uno svecchiamento (che la rottamazione sia entrata nel discorso? ndr) della politica dando spazio a persone disposte ad impegnarsi e offrire il loro contributo, senza appartenere all'establishment di chi fa il mestiere del politico da decenni. In questo senso l'imprenditoria illuminata, pragmatica e non ideologica, può offrire uomini e progetti adeguati alla grande sfida politica che ci riserva l'immediato futuro”.

In particolare – sottolinea - nel nostro territorio siamo di fronte alla cristallizzazione di un sistema di potere politico che dura da oltre 40 anni, senza un ricambio fondamentale a prescindere dai partiti: lo è sia che governi da più lustri il centrosinistra, sia il centrodestra. Ai giornalisti che mi hanno interpellato per chiedermi se sarei disponibile a candidarmi ho risposto no comment, perché lo scenario è in fieri e non mi sono posto il problema. In passato, non lo nego, c'è chi me lo ha chiesto e in particolare cittadini e imprenditori”.

“Sono un imprenditore che ha la fortuna di amare il proprio lavoro, il quale mi realizza in un’impresa in cui si sono felicemente inseriti i miei figli. Amo molto la mia città e la Romagna, come credo sia emerso in questi anni. Guido inoltre con orgoglio una associazione apartitica che in questo decennio sotto la mia presidenza si è ulteriormente affermata e accreditata. Sono un liberale moderato, non uno statalista. Credo nella politica ma aborro la degenerazione a cui sta andando incontro”.

“Ritengo – conclude - che anche nel nostro territorio sia giunta l'ora di un profondo rinnovamento al vertice ed è bene che ci siano persone nuove disposte a mettersi in gioco. Il ricambio è il sale della democrazia in tutti i sistemi avanzati, indipendentemente dai meriti e dai demeriti di chi governa e di chi fa opposizione. Il mio auspicio è che i cittadini si riapproprino della politica e che i politici cambino marcia, modi e stile. Per il resto la situazione è fluida e vedremo che cosa succederà”.

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