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Cesena 2024: "Serve una misura di sostegno per le lavoratrici autonome in gravidanza"

"Questo problema è dovuto al fatto che, differentemente dalle donne dipendenti, i sussidi statali destinati alle lavoratrici autonome in gravidanza spesso non riescono a garantire quella serenità necessaria nell’affrontare la gravidanza"

"Reputiamo la parità salariale un atto di civiltà, un gesto dovuto alle milioni di lavoratrici italiane che subìscono ancora oggi una disparità che ha le sue radici nel passato, frutto di una mentalità antica, retrograda. Una concezione che nel 2021 dovrebbe già essere superata da tempo, con cui purtroppo ci troviamo ancora a fare i conti". Ad affermarlo Lorenzo Zammarchi Coordinatore di Cesena 2024.

"Ma nonostante l’importanza di tale iniziativa - prosegue - su cui è fondamentale procedere con una rapida approvazione ed una altrettanto celere applicazione, sappiamo come questa sia solo una delle misure che devono essere adottate per riequilibrare le differenze presenti nel mondo del lavoro. Con la volontà di poter dare un contributo locale al miglioramento delle condizioni delle lavoratrici, Cesena 2024 volge lo sguardo anche alle donne titolari di partita iva. Lo facciamo con l’intenzione di rispondere ad una necessità di rilevanza economica e sociale, per noi tanto considerevole da identificare un punto ad hoc all’interno del nostro programma. Parliamo di maternità. Sappiamo come molte lavoratrici autonome si siano trovate e si trovino tutt’ora a dover scegliere fra il proseguire la propria attività rinunciando a diventare mamma e l’affrontare un percorso che, a volte, può portare a sospendere l’attività o anche al rinviare agli anni futuri l’avere figli. Nei peggiori dei casi si arriva a valutare la chiusura della propria posizione lavorativa".

Prosegue ancora Zammarchi: "Questo problema è dovuto al fatto che, differentemente dalle donne dipendenti, i sussidi statali destinati alle lavoratrici autonome in gravidanza spesso non riescono a garantire quella serenità necessaria nell’affrontare la gravidanza. Il massimale previsto per le erogazioni in tal senso, a cui si può accedere solo in determinate situazioni, non riesce a coprire l’assunzione di un figura lavorativa sostitutiva (necessaria nei casi a rischio), e sovente implica le future madri a sperare di poter essere operative fino al giorno del parto. Siamo fermamente convinti che il creare una famiglia non debba essere subordinato a rinunce lavorative. Per questo chiederemo alla giunta di considerare nella definizione del bilancio 2022 una misura - che nei prossimi giorni presenteremo al Sindaco, all’Assessore al Bilancio e all’Assessore allo Sviluppo Economico - da destinare alle donne autonome in gravidanza".

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