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Caso Saman, Plumari (Pd): "Violenza patriarcale alla base dei femminicidi, a qualunque cultura appartenga l’aggressore"

"Resta che la violenza patriarcale - si avvia a conclusione Plumari -  è alla base dei femminicidi, a qualunque cultura appartenga l’aggressore. Questo è il cuore della questione"

"L’orrenda vicenda di Saman Abbas, scomparsa nelle campagne di Novellara per essersi opposta a un matrimonio forzato e per cui sono indagati alcuni parenti, compresi i genitori della ragazza per omicidio, è la storia di una donna che voleva scegliere liberamente il suo destino e che brutalmente è diventata vittima di una cultura patriarcale che vede la donna oggetto di possesso dell’uomo. Interpretare questa vicenda, che ha coinvolto un intero clan parentale di criminali mossi dall’osservanza di precetti religiosi fondamentalisti e tribali frutto di un’interpretazione integralista dell’Islam, come fenomeno religioso marginale non aiuta a evitare nuovi casi simili e a intavolare un dibattito sulla mancanze del sistema di protezione. Saman, come tante altre donne vittime di crimini di genere, aveva denunciato e, in un primo momento, aveva ricevuto protezione. È evidente che qualcosa non ha poi funzionato, lasciando sola Saman a lottare per la sua libertà". Lo afferma il segretario del Pd cesenate Lorenzo Plumari.

"Pertanto siamo davanti a un caso che non va in alcun modo liquidato con la solita faciloneria con cui la destra aizza la polemica. Per trovare soluzioni ed evitare casi simili è necessario denunciare e analizzare tutte le sfumature drammatiche della vicenda: la mortificazione della volontà femminile, il rispetto di pratiche di stampo religioso illegali, la mancanza di protezione ma ancor prima le lacune delle politiche di integrazione che, quando ci sono, sono per lo più orientate all’intercultura e al dialogo interreligioso e sostanzialmente nulle dal punto di vista dell’intercultura di genere.  Il percorso di protezione deve tenere insieme accoglienza in un centro per donne e azione del servizio sociale, in sinergia con le Forze dell’ordine. Inoltre, si tende sempre a sottovalutare lo solitudine e lo stato psicologico delle donne allontanate dall’unico nucleo di relazioni sociali ma il percorso di protezione è una reazione difensiva, che da solo non argina i casi: questo drammatico episodio deve farci riflettere sugli investimenti nelle politiche di integrazione, l'emancipazione delle seconde generazioni crea conflitti culturali che possono essere arginati dal riconoscimento dei diritti - come quello di cittadinanza, infatti se cittadina italiana ad esempio i documenti non sarebbero potuti essere usati dalla famiglia di Saman come arma di ricatto - e da azioni di coinvolgimento sociale dirette alle donne".

"Resta che la violenza patriarcale - si avvia a conclusione Plumari -  è alla base dei femminicidi, a qualunque cultura appartenga l’aggressore. Questo è il cuore della questione. Bisogna con chiarezza e coraggio sapersi distaccare da una sorda propaganda razzista e mettere al centro della discussione la violenza che tante, troppe donne, ogni giorno subiscono. I dati parlano da sé, dietro a questa drammatica storia ci sono 15,4 milioni di storie di donne che sono state costrette a sposarsi forzatamente nel mondo. Un numero spaventoso e, per di più, due donne su cinque hanno meno di 15 anni. Le previsioni dell’Onu sono altrettanto drammatiche, parlano infatti di 950 milioni di ragazze che saranno costrette a sposarsi ancora minorenni da qui al 2030. Bisogna dunque intervenire, con urgenza e serietà, andando nel profondo della questione e non derubricandola come questione meramente religiosa".

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