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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Caso Castiglia, Di Placido (Libdem): "Caso di trasparenza selettiva"

"Siamo di fronte ad un cittadino che, esercitando un suo diritto, negli ultimi 13 anni e mezzo si è presentato 218 volte in Comune facendo richieste di accesso agli atti o depositando documenti ed istanze (circa una ogni 22 giorni)"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Il "Castiglia-gate" di cui si legge in questi giorni sulla stampa locale va colto come interessante spunto di riflessione sul rapporto odierno tra cittadini/imprese e Pubblica Amministrazione. Siamo di fronte ad un cittadino che, esercitando un suo diritto, negli ultimi 13 anni e mezzo si è presentato 218 volte in Comune facendo richieste di accesso agli atti o depositando documenti ed istanze (circa una ogni 22 giorni, ovvero una ogni mese lavorativo: nemmeno una esagerazione..).

Sulle motivazioni che hanno portato il cittadino Castiglia ad auto-proclamarsi censore lasciamo che si esprima l'Amministrazione per bocca del suo legale, anche se non possiamo tacere la sorpresa per una decisione presa con 11 anni di ritardo, che getta una luce inquietante sulla volontà del Sindaco Lucchi e dell'Amministrazione di imporre una sorta di "trasparenza selettiva", a seconda di temi e interlocutori (sarebbe troppo facile citare le vicende Quartieri o Montefiore). Vogliamo  approfittare di questa vicenda per fare un ragionamento più profondo sui concetti di semplificazione, trasparenza, servizio civico e rispetto delle regole.

La semplificazione, appunto, una attività che pare essere diventata come il sesso: tutti ne parlano, se ne riempiono la bocca, ma pochi la praticano veramente. Si pensa che fare semplificazione sia recepire i vari decreti scritti dal Governo, ma se si guarda obiettivamente la realtà, negli ultimi decenni si è assistito alla proliferazione di interventi normativi spesso confusi e disorganici che, invece di semplificare, hanno aumentato la complessità del sistema amministrativo e fatto aumentare esponenzialmente i controlli e gli adempimenti inutili a carico di cittadini e imprese, oltre al numero di contenziosi, che hanno finito così per irrigidire i rapporti tra Amministrazioni e cittadini/imprese: le prime viste come "maestrine dalla penna rossa" che tutto vietano ed i secondi come squali che cercano in ogni modo di aggirare le regole. 
 
La visione di semplificazione portata avanti da sempre dai Liberaldemocratici per Cesena invece non vede la norma come lo strumento per semplificare bensì come il perimetro entro il quale io Ente mi muovo per operare modifiche alla mia organizzazione ed al mio modo di lavorare al fine di rendere più semplice e rapido il rapporto con il mio cittadino e le mie imprese, oltre che per snellire l'attività dei miei uffici.  E non è nemmeno "permettere al cittadino di presentare le proprie istanze via internet": l'informatica infatti non è una soluzione, bensì uno strumento finalizzato a ridurre le incombenze all'utente, ovvero a semplificare.
 
Redazione di bandi con criteri di valutazione oggettivi al fine di permettere un’autovalutazione, accorpamento dei processi con conseguente redazione di un atto unico (es. concessione e liquidazione per snellire l'erogazione di contributi), istruttorie contestuali e condivise tra utenti ed istruttori: soluzioni organizzative che arrecano benefici ad entrambi i soggetti coinvolti, e che  consentono non solo di snellire i tempi di risposta per il cittadino, ma anche l’attività degli uffici, liberando come già detto risorse che possono così dedicarsi proficuamente ad altre attività.
Condivisione quindi delle regole e delle modalità di istruzione delle pratiche, puntando ad instaurare un rapporto che esce finalmente dalla modalità classica ("sono io Ente che scrivo le regole e decido se, come e quando puoi fare una cosa") o dall'"esternalizzazione" delle responsabilità ("tu dichiara tutto: poi se c'è qualcosa che non va ti castigo", vedi alla voce "DIA" poi "SCIA" ecc.).
 
L'ente così si pone a disposizione del cittadino (a patto che le regole e gli aspetti formali siano rispettati), senza timore di mostrare la propria modalità operativa e valutativa, solitamente esercitata nel “segreto” dei propri Uffici. Ci rendiamo conto che questo modello di semplificazione esprime un diverso modo di operare degli Enti Pubblici, i quali recuperano la loro natura di “Civil Service”, ovvero di Pubblica Amministrazione che non è contrapposta, ma al servizio del Cittadino e della Società civile. 

Come Liberaldemocratici per Cesena siamo portatori di un pensiero "rivoluzionario", perché il modello di semplificazione ribalta completamente il modo di operare solitamente attuato, distante da quello che la Costituzione ipotizza nei rapporti tra Amministrazione e Cittadino/Imprese.
Se questa "rivoluzione" fosse realizzata, non avremmo Castiglia e con lui tanti suoi emuli, magari più silenziosi e - forse - già rassegnati. Per il momento, registriamo con amarezza che, oltre ai numeri altissimi di mail alle quali il Sindaco dice di rispondere, esistono tanti cittadini le cui richieste sono state completamente ignorate.
"Trasparenza selettiva", appunto.


Luigi Di Placido

Liberaldemocratici per Cesena

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