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Bufera rimborsi in Apt, Di Maio: "Sanzionare chi ha sbagliato, ma no a demolire un modello che funziona"

Sulla questione interviene il parlamentare romagnolo Marco Di Maio

"Mettere in discussione un intero sistema di promozione turistica che ha dato indubbi risultati in questi anni, trasformando una terra con un mare non certo paragonabile a quello dei Caraibi in una delle principali destinazioni turistiche del mondo, è un grave errore. Oltre che un potenziale danno a tutta l'economia regionale e in particolare a quella romagnola. Peraltro proprio negli ultimi due anni la crescita di presenze e arrivi è stata tangibile e anche nell'anno in corso si supereranno probabilmente i 47 milioni (sì, milioni) di presenze". Lo afferma il parlamentare romagnolo Marco Di Maio, intervenendo sul caso rimborsi pasti che ha portato alle dimissioni del capo ufficio stampa dell'ente, Fabio Grassi.

"Se qualcuno ha sbagliato, dichiarando rimborsi spese con giornalisti che in realtà non vi hanno mai partecipato, è giusto che venga sanzionato (si parla di 22 pranzi/cene nel 2015 per un importo di poco superiore ai 2mila euro e di 8 pasti nel 2016 per meno di 800 euro) - chiarisce il deputato -. L'assessore regionale Andrea Corsini e il presidente di Apt Liviana Zanetti hanno attivato tutte le procedure interne per compiere ogni verifica, accertare le responsabilità, fare chiarezza. L'inchiesta giudiziaria proseguirà sul proprio binario, potendo contare anche sulla massima collaborazione delle istituzioni". 

"Ora, però, non si usi questo episodio circoscritto all'eventuale responsabilità di un singolo, per mettere in discussione un'organizzazione che ha dimostrato con i numeri di funzionare - afferma Di Maio, componente delle commissioni Finanze e Affari costituzionali alla Camera -. E non è un caso se il modello emiliano-romagnolo di promozione turistica è invidiato da tutte le altre regioni italiane e non solo. Certo, non ci si deve sedere sugli allori, continuare a cambiare, percorrere nuove strade; e sperare che presto l'Italia possa superare il frazionamento del nostro sistema di promozione, come prevede la riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum riaffidando allo Stato il ruolo di coordinamento delle politiche turistiche e promozionale del nostro Paese". 

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