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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Cardiologia, Angeli (Pli): "Valorizzare le risorse interne"

"Trovo singolare che qualcuno s'accorga oggi del fatto che la Cardiologia d'emergenza non sia più a Cesena, ma a Forlì o Rimini, dato che questo succede ormai almeno da qualche anno", fa notare il segretario provinciale dei liberali

Non ho elementi, nè credo sia corretto farlo, per dare giudizi sulla competenza di nuovi dirigenti assunti dall’Ausl presso al Bufalini di Cesena, piuttosto ritengo si possa fare qualche osservazione generale sul servizio dei reparti interessati. In particolare mi riferisco alla Cardiologia, di cui mio malgrado sono stato un paziente un paio d’anni fa. Trovo infatti singolare che qualcuno s’accorga oggi del fatto che la Cardiologia d’emergenza non sia più a Cesena, ma a Forlì o Rimini, dato che questo succede ormai almeno da qualche anno.

Nel maggio del 2010 infatti sono stato colpito da infarto e l’intervento rapidissimo e competente dei sanitari del 118 mi ha evitato senza dubbio guai peggiori, però la mia condizione non mi impedì allora di notare che venivo trasportato, a grande velocità e sirene spiegate, a Forlì anziché all’ospedale cesenate. Nel mio caso l’intervento ed il trasporto furono molto rapidi, anche perché mi trovavo in una posizione molto favorevole, vicinissimo alla stazione delle ambulanze del 118, e già in una zona di Cesena in direzione di Forlì, ed anche perché alla guida dell’ambulanza ci doveva essere, questa almeno fu la mia impressione, Michael Shumacher. In effetti però il tragitto Cesena - Forlì può essere pieno di incognite, anche in considerazione che aspettiamo inutilmente la realizzazione dell’Emilia bis da almeno 30 anni.

La situazione quindi che vede gli interventi di emergenza in cardiologia indirizzati a Forlì è una condizione che può avere aspetti critici, ma è già consolidata da tempo e non dovuta alle nuove assunzioni o al mutamento di assetti recente. Sulle nuove assunzioni di dirigenti c’è invece da fare un’altra considerazione: Perché prima di assumere professionisti provenienti (entrambi) dal Veneto non si è fatto ricorso a risorse interne per coprire i ruoli dirigenziali vacanti?

Almeno per quel che riguarda chirurgia infatti mi risulta ci fossero probabilmente già all’interno del personale medico in forza al reparto del Bufalini professionalità di livello adeguate a ricoprire quell’incarico. Questo aspetto non è stato sollevato da nessuno e fin’ora mi pare che l’azienda non abbia dato su questo alcuna spiegazione.

Stefano Angeli
segretario provinciale del Partito Liberale Italiano

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