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Caporali (Sel): "Teatro, l'ERT è una realtà lontana e avulsa"

"ERT in Romagna non è una presenza più significativa di altre. Svolge un ruolo troppo avulso dalla nostra vita culturale. La sua recente richiesta di isolare l'attività delle Compagnie di ricerca e di riaffidare il rapporto convenzionale con loro al Comune di Cesena è una dimostrazione di quanto labile sia la relazione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Più che essere una risposta diretta alle osservazioni del segretario Landi, al quale mi limito a dare il benvenuto tra coloro che in città discutono di cultura, questa nota vuole puntualizzare quanto andiamo dicendo, a proposito delle politiche culturali nella nostra città, da qualche anno e, da ultimo, durante la campagna elettorale delle Primarie.

Tra meno di un mese si inaugurerà la Malatestiana: sono proprio il rilancio della Biblioteca Malatestiana - alla quale si chiede di esprimere meglio la sua funzione di attrazione culturale della città - e la necessità di ridefinire il ruolo del San Biagio a porre il problema della gestione del Bonci: il nostro teatro deve ritornare ad essere forza propulsiva di una macchina integrata di produzione e promozione culturale cittadina, con benefici per tutte le istituzioni e per tutti gli utenti.

ERT in Romagna non è una presenza più significativa di altre. Svolge un ruolo troppo avulso dalla nostra vita culturale. La sua recente richiesta di isolare l'attività delle Compagnie di ricerca e di riaffidare il rapporto convenzionale con loro al Comune di Cesena è una dimostrazione di quanto labile sia la relazione anche con la stessa vita artistica. Inoltre, la piattaforma culturale che può essere creata all'interno del percorso di Ravenna2019, necessita di realtà culturali e artistiche romagnole autonome. Una attenzione più viva e vicina alla Romagna è tutt'altro che "provincialismo": è invece un vero trampolino verso un'Europa a cui guardiamo e che guarda a noi.

Le eccellenze all'interno del programma del Bonci non sono il recente frutto di ERT: hanno radici profonde e lontane nella vita culturale cittadina, dal teatro ragazzi al Festival del Teatro scolastico, dalle produzioni musicali e quelle per le scuole, ai legami fortissimi con le altre istituzioni culturali. L'ospitalità, una volta ogni 5 anni, di una produzione nazionale di ERT, alla quale plaudiamo, esprime in misura assai ridotta il ruolo di centro vitale di ospitalità che il Bonci ha sempre avuto.

ERT non aiuta il Bonci a migliorare la propria programmazione, anzi, rispetto alla gestione comunale, che ha offerto stagioni eccezionali per qualità e importanza, le possibilità sono ridimensionate e non più convenienti

Ancora oggi il Teatro stabile pubblico regionale è in realtà una istituzione di Modena dove opera, dove investe e dove motiva le proprie attività. Cesena e la Romagna sono solamente la giustificazione per un ruolo regionale che altrimenti non avrebbe. Infine la ventilata acquisizione di Nuova Scena per la gestione dell'Arena del Sole di Bologna apre a ulteriori concreti rischi: se finora Cesena ha avuto un ruolo marginale, con ad esempio tre prime nazionale in 12 anni (quale teatro di produzione?) di spettacoli ERT già confezionati, quale ruolo avrebbe domani quando ci sarà un altro Comune socio fondatore (Bologna) e un'altra struttura produttiva, l'Arena, che dovrà ospitare e realizzare le produzioni, pena la perdita di fondamentali contributi ministeriali? E questo anche a prescindere dalla situazione finanziaria disastrosa che l'Arena porta in dote all'ente e ai comuni che ne fanno parte.

Il Bonci è stato gestito direttamente dal Comune dal 1970 al 2001, quando ha visto decuplicare il pubblico e trovare la motivazione per una vera riorganizzazione professionale delle sue attività. Ha inanellato cartelloni di grandissimo successo e attualità, aperti ai giovani e alle nuove produzioni artistiche. Basta fare qualche confronto con allora, per accorgersi che Cesena ha acquisito poco dall'adesione ad ERT. Rimini e Forlì sono in gestione diretta, con formule diverse tra loro e buone attività. Il coinvolgimento di realtà artistiche produttive nella gestione dei Teatri in un'ottica di rete romagnola è un argomento da dibattere e valutare, soprattutto in una prospettiva di crescita complessiva delle istituzioni e del pubblico.

Ma mi resta una domanda a margine della uscita pubblica di Landi che si scopre e si rivela all’improvviso paladino di ERT: vuole screditare il disegno complessivo al quale il nostro assessore alla cultura (anche a prescindere dalla specifica questione Ert) sta lavorando? Coglie un’occasione qualsiasi per approfondire le divergenze con l’alleato SEL subito dopo che il PD, in corso di primarie, si preoccupava tanto di negarle? Si spieghi bene il segretario federale del Pd perché - è evidente - non si tratta di dettagli.

Riccardo Caporali

Coordinatore federale di Sinistra Ecologia e Libertà Cesena

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