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Caos sull'Ausl Unica, tutta la Romagna si smarca da Forlì: "Andiamo avanti"

Martedì infatti i presidenti delle confereze di Cesena, Paolo Lucchi, Ravenna, Claudio Casadio, Rimini, Stefano Vitali, i sindaci di Ravenna e Rimini, Fabrizio Matteucci e Andrea Gnassi e il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, hanno sottoscritto una lettera inviata all'assessore regionale Lusenti per distaccarsi dalla posizione forlivese

Il caos sulla costituzione dell'Ausl unica, sta isolando sempre più il Forlivese, dopo le dichiarazioni dei sindaci del territorio e del presidente delle conferenza socio sanitaria, esplicitate dal primo cittadino di Forlì, Roberto Balzani. Martedì infatti i presidenti delle conferenze di Cesena, Paolo Lucchi, Ravenna, Claudio Casadio, Rimini, Stefano Vitali, i sindaci di Ravenna e Rimini, Fabrizio Matteucci e Andrea Gnassi e il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, hanno sottoscritto una lettera inviata all'assessore regionale Lusenti per distaccarsi dalla posizione forlivese.

Scrivono: “Crediamo urgente e necessario confermarti l’importanza di avviare il percorso per la costituzione dell’Azienda Sanitaria unica della Romagna, ben consapevoli che si tratti di una scelta di rilievo e complessità, tuttavia indispensabile per consolidare i nostri servizi sanitari, garantendone l’universalità e, al contempo, la sostenibilità economica. Ribadiamo, in particolare, la funzionalità ed utilità di quanto fino ad oggi definito nei momenti di confronto istituzionale, a partire da quelli condotti nei singoli territori fra i Sindaci ed i Presidenti delle Provincie, all’interno di tutte  e quattro le Conferenze territoriali socio-sanitarie. Confronti positivi, i cui contenuti sono ben riportati in un unico documento di indirizzo, condiviso tra i Sindaci di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini e i Presidenti delle tre Province, inviato in Regione, alla tua attenzione, alla fine del mese di marzo scorso. Si tratta di un progetto ampiamente condiviso anche da parte di tutte le rappresentanze sindacali delle tre Provincie romagnole. In ognuno di questi confronti, abbiamo sempre ribadito la necessità di affidare alla partecipazione e condivisione estesa con i territori, le rappresentanze dei cittadini e delle imprese, con l’associazionismo in tutte le sue forme, la futura organizzazione dei servizi sanitari, la prossimità e accessibilità dei medesimi, la riorganizzazione dei punti di erogazione hub (le eccellenze), partendo dalle migliori esperienze fino ad oggi attivate”. La parola condivisione è il fulcro di questa premessa.

Poi la presa di distanza. “Niente a che vedere, quindi, come qualcuno oggi afferma, con condizionamenti da parte di terzi, né tanto meno con imposizioni da parte della Regione: la prossima Azienda Sanitaria unica della Romagna rappresenta un obiettivo che tutti i livelli istituzionali romagnoli, insieme, stanno concorrendo a delineare, con piena assunzione di responsabilità, nella consapevolezza che essa possa rappresentare, innanzitutto, strumento funzionale al mantenimento di quel sistema di garanzie e sicurezze irrinunciabili, a tutela, in particolare, di quanti vivono in situazioni di malattia, fragilità, invalidità e disagio sociale.
Riorganizzare l’assetto delle attuali quattro aziende, riducendo innanzitutto costi generali e amministrativi, per ridare slancio ed ossigeno allo sviluppo dei servizi sanitari sui territori, all’ammodernamento delle strumentazioni tecnologiche, agli investimenti per il miglioramento delle strutture, unitamente alla massima attenzione per il mantenimento delle più ottimali  condizioni di lavoro per tutti gli operatori sanitari interessati: ecco l’obiettivo che, ad oggi, i Comuni, le Provincie romagnole e la Regione, hanno stabilito. Su tale obiettivo si sta lavorando nei due tavoli, quello “politico” e quello “tecnico”, insediati dalla Regione e nel confronto con tutti i territori e tutti gli interlocutori istituzionali e associativi. La volontà, anch’essa condivisa, di giungere alla Azienda unica sin dal 1° gennaio 2014, impone tempi rapidi e molto impegnativi, ma ribadiamo la convinzione che la crisi in cui versa oggi il paese impone massimamente questa rapidità”.

Poi la conclusione che precisa l'intenzione dei firmatari: “Il percorso che insieme abbiamo delineato prevede la partecipazione convinta di tutti: siamo fermamente convinti che fermare il processo ora sarebbe dannoso ed irresponsabile. Quindi, nel ribadire che alcun percorso è stato fino ad oggi “rovesciato” ed imposto, che è fondamentale far seguire alla legge regionale (in itinere) di indirizzo, il processo di partecipazione con i territori, come stabilito, alla luce delle prese di posizione non coerenti con quanto fino ad oggi concordato del Sindaco di Forlì, ti chiediamo di condividere l’urgenza di rivederci insieme e di posticipare, nel frattempo, l’incontro con le organizzazioni sindacali, già convocato per giovedì 9 maggio”.   

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