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Candidati renziani al Parlamento: "La partita è apertissima"

Gabriele Borghetti e Maura Pazzaglia sono i renziani in lizza per il Parlamento. "La partita è apertissima" ha messo in chiaro Borghetti che snocciola tre motivi per votarli al posto di Enzo Lattuca

Cruciverba elettorale: aspirano a una poltrona in Parlamento; nove lettere. Candidati. Gabriele Borghetti e Maura Pazzaglia sono i renziani in lizza per il Parlamento. “La partita è apertissima” ha messo in chiaro Borghetti che snocciola tre parole chiave; tre motivi per votarli al posto di Enzo Lattuca, sempre Pd, ma bersaniano. “Cambiamento, libertà, competenza”, la rottamazione ha quindi lasciato il passo ad altri concetti ben studiati. “La candidatura di Enzo Lattuca? E' un po' come dare una mano di bianco in una stanza; serve a consolidare la situazione con un segno di rinnovamento”.

“Si intravvede un passaggio di consegne da Brandolini (già deputato Pd) a Enzo”. I due candidati invece promettono un “cambiamento strutturale”. Borghetti insiste su un percorso di selezione dei candidati orizzontale e non imposto dall'alto: “Maura ad esempio – sottolinea – non è iscritta al Pd, ma è in lizza ugualmente. Perché dovremmo scartare le risorse e le competenze di chi si è battuto in un territorio come il Rubicone a favore di un partito che ormai è secondo dopo Grillo? Questa è un elemento nuovo rispetto un verticismo che farcisce le liste di segretari di partito (come Lattuca, ndr)”.

Punti di un programma per governare; due parole; 16 lettere. Agenda elettorale. I renziani puntano tutto sui “giovani con esperienza”. Gabriele Borghetti è un architetto di 39 anni, Maura Pazzaglia una impiegata in uno studio commerciale di 28; portano avanti un'agenda politica “firmata” da Renzi e fatta di: “Trasparenza, abolizione del rimborso ai partiti, abolizione dei vitalizi, metà Parlamento metà prezzo e di mertorcrazia”. Un'agenda praticamente a cinque stelle. E Borghetti ha capito dove Grillo ha fatto centro. “Mi sono opposto al contributo dei due euro per votare. I cittadini chiedono tagli della spesa politica e noi chiediamo un contributo per le elezioni quando il Pd nazionale riceve 190 milioni di euro come finanziamento. Tutto questo accade mentre ai banchetti del M5S c'è la fila di persone a cui si propone una offerta libera”.

Ancora Borghetti non ha problemi a parlare del crack Sapro che lo vede tra gli indagati. Indagini in corso e ancora il giudice non si è pronunciato su eventuali rinvii a giudizio. “Si tratta di un reato societario – ha spiegato il candidato -, sono indagato perché non ho fatto fallire la società. I tempi della giustizia sono eterni mentre i tempi della candidatura impellenti. Mi sono confrontato con i miei legali e mi hanno detto che non ci sono problemi neanche a livello di norme elettorali, non sono capi dolosi”. E in caso di rinvio? “Mi farò giudicare, ma non rinuncerò ad un eventuale incarico istituzionale, proprio come Errani”. Ma allora si può parlare lo stesso di cambiamento? “Quando uno fa e lavora può andare incontro a queste beghe”.

Inizio di una partita avvincente; tredici lettere; tre parole. Palla al centro.

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