Imu, il sindaco Lucchi: "Tutti aumentano, noi no"
Il 31 ottobre era il termine ultimo per deliberare le aliquote definitive di applicazione dell'Imu ed eventualmente procedere al loro aumento, alla luce dell'incasso ottenuto a giugno con la prima rata.
Il 31 ottobre era il termine ultimo per deliberare le aliquote definitive di applicazione dell’Imu ed eventualmente procedere al loro aumento, alla luce dell’incasso ottenuto a giugno con la prima rata. "A quel che ci risulta la maggior parte delle Amministrazioni comunali ha atteso l’ultimo momento per assumere questo provvedimento: solo pochi giorni fa appena 1500 Comuni su 8000 (il 18%) avevano già dato indicazioni al riguardo, mentre gli altri 6500 dovevano ancora pronunciarsi. Ed è facile pensare che in molti casi questo ritardo sia dovuto alla necessità di rivedere in aumento le percentuali di imposta" hanno dichiarato il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi e Il Vicesindaco e Assessore al Bilancio Carlo Battistini.
"Non è il caso di Cesena, che ha confermato l’impostazione approvata fin da aprile insieme al bilancio, decidendo di mantenere al livello più basso, dello 0,40%, l’aliquota per la prima casa e fissare all’1,06% l’aliquota ordinaria, quella per gli affitti a canone libero e per le seconde case. La scelta di non toccare l’aliquota per la prima casa è molto impegnativa in un momento di estrema difficoltà dei Comuni, che ormai hanno ben pochi margini di manovra per il reperimento delle risorse necessarie alle loro attività"
"Non a caso, la maggior parte dei Comuni l’ha aumentata e già oggi l’aliquota media a livello nazionale risulta dello 0,45%, ma in vari casi supera lo 0,50 per arrivare fino allo 0,60%. Per restare in Emilia – Romagna, Cesena risulta essere la sola, fra le città maggiori, insieme a Bologna, a non aver introdotto aumenti per la prima casa, mentre in tutti gli altri capoluoghi della Regione è stata applicata una maggiorazione : a Forlì l’abitazione principale paga lo 0,55, a Modena lo 0,52, a Ravenna e a Reggio Emilia lo 0,50, a Rimini oscilla fra lo 0,50 e lo 0,60 a seconda della categoria catastale, a Piacenza fra lo 0,48 e lo 0,60 (anche in questo caso a seconda delle categorie catastali), a Parma si paga lo 0,60" dichiarano ancora i due amministratori del Comune cesenate.
Analogamente, Cesena è la città emiliano - romagnola che applica la seconda addizionale Irpef più bassa, pari allo 0,4%, dopo Rimini (0,3). A Forlì l’addizionale è dello 0,49, a Reggio Emilia 0,50, a Piacenza 0,52, a Ravenna 0,60, Bologna 0,70%, a Modena da 0,50 a 0,80 a seconda degli scaglioni di reddito. "Questi dati indicano chiaramente la direzione in cui si è mossa e continua a muoversi l’Amministrazione comunale di Cesena: pur di fronte alle enormi difficoltà che stiamo incontrando quotidianamente nella gestione del Comune e con la prospettiva di un bilancio 2013 pressato da nuovi tagli e nuovi vincoli, stiamo lavorando con la massima attenzione per non aumentare, in questo momento difficilissimo per tutti, la pressione fiscale sui cesenati"