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Malatestiana, Valletta (Cesena SiAmo noi): "Manca un progetto culturale"

Infiamma la campagna elettorale il dibattito sulla Biblioteca Malatestiana, su quello che deve essere in particolar modo dopo l'opera di rinnovamento. Sul tema interviene anche Vittorio Valletta, candidato a Sindaco di Cesena del Movimento Cesena SìAmo Noi

Infiamma la campagna elettorale il dibattito sulla Biblioteca Malatestiana, su quello che deve essere in particolar modo dopo l'opera di rinnovamento compiuta negli ultimi anni. Sul tema interviene anche Vittorio Valletta, candidato a Sindaco di Cesena del Movimento Cesena SìAmo Noi: “Riteniamo necessario un progetto culturale a tutela dell’identità di un bene comune di valore e ci auguriamo lungimiranza e una maggiore coerenza dalle forze politiche”.

Dice Valletta, citando l'ex direttore Lorenzo Baldacchini: “Auguriamoci che gli storici del futuro non debbano scrivere che la Grande o Nuova Malatestiana è stata un’occasione mancata. Di certo ora è un bene a rischio, anche se si sta rivelando un bene molto amato dalla cittadinanza che sta facendo sentire la sua voce in modo corale. A questa coralità di voci il nostro Movimento di Tutela dei Beni Comuni ha partecipato e contribuito attivamente, essendo la cultura e la Biblioteca Malatestiana temi su cui si sta concentrando l’attività di analisi e coinvolgimento della cittadinanza”.

“La riorganizzazione della Biblioteca Malatestiana offre uno spaccato netto delle luci e molte ombre e criticità nella valorizzazione culturale della città. Dopo anni di tentavi, Cesena stenta ancora ad attrarre un maggior numero di visitatori che vi sostino più di qualche ora, nonostante sia ricca di storia e cultura e il suo centro storico è sempre meno frequentato. L’origine ci sembra risiedere anche in queste cosiddette riqualificazioni che mirano ad un risultato di consenso immediato ma svalutano beni di valore, con risultati anche appariscenti ma effimeri di cui a lungo termine si pagano appunto i mancati guadagni.”

“La riorganizzazione della Malatestiana assomiglia di più ad un costoso smembramento che non ha tenuto in gran conto valore e identità del luogo, e soprattutto i numerosi utenti che nelle sue tre diverse sezioni (antica, moderna e ragazzi) la frequentavano assiduamente. L’investimento direttamente dalle casse comunali di 8 milioni di euro ha aumentato la cubatura dello spazio disponibile, ma non ha risolto i problemi di mancanza di spazio per libri e utenti, motivo per cui era nata in primis l’esigenza della Grande Malatestiana”.

“Dal giorno dell’inaugurazione i problemi che emergono sono evidenti: una peggiorata qualità dei servizi, le collezioni con sistemi diversi di classificazione, meno libri a disposizione sugli scaffali, un uso meno efficiente e più caotico degli spazi, ampliati e rinnovati ma meno equipaggiati e ad uso promiscuo (di passaggio, studio, visione film) per utenze diverse (bambini, ragazzi, studenti e adulti). Da prima inoltre la biblioteca acquisisce meno libri, quindi è meno aggiornata rispetto a prima, e rallentata nei suoi servizi per le biblioteche di quartiere, importante rete che prolunga la biblioteca dal centro alle periferie.”

“Oggi soprattutto la Nuova Malatestiana sembra navigare un po’ a vista per cercare di mettere una pezza ai molti problemi emersi e risente della mancanza di una direzione che stabilisca la rotta (per quanto necessario tagliare sugli sprechi di certa dirigenza una biblioteca di valore che è una risorsa della città ha necessità primarie) e di una visione progettuale, che ne garantisca la miglior fruizione possibile come bene comune, che preserva la memoria del mondo e l’identità del territorio cesenate nei suoi ricchissimi fondi storici e di cui i cittadini non sono più solo utenti, ma custodi e azionisti”.

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