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Azienda sanitaria unica, la Cisl bacchetta: "Prima studiare, poi parlare"

La Cisl provinciale di Forlì-Cesena bacchetta sindaci e amministrazioni locali per le uscite pubbliche di questi ultimi giorni: e invita a poggiare le proposte in campo sulla base di dati certi e concreti

Prima studiare, poi decidere. La Cisl provinciale di Forlì-Cesena bacchetta sindaci e amministrazioni locali per le uscite pubbliche di questi ultimi giorni sul tema dell'unificazione delle aziende sanitarie. Il sindacato, attraverso le parole del segretario generale Antonio Amoroso, evidenzia che mancano numeri e dati certi che sostengano una tesi piuttosto che un'altra e puntano il dito contro il ritorno dei campanili territoriali.

“E’ veramente sconcertante il livello del dibattito che si è determinato questi giorni a livello provinciale sulla scelta di accorpare o meno le due aziende sanitarie locali di Forlì e di Cesena – afferma Amoroso -. I 15 sindaci del forlivese sono per procedere alla  fusione; il 15 colleghi del  Cesenate rispondono picche il matrimonio non sa da fare e  rilanciano per  la soluzione dell’azienda unica di tutta la Romagna; viene da chiedersi, hanno chiesto il parere dei sindaci del Riminese e del Ravennate?”.

“Notiamo che il 15 a 15 dei sindaci più che denotare prese di  posizione basate su analisi, verifica di dati,  approfondimenti preliminari utili ad individuare la scelta più opportuna da farsi a beneficio dei cittadini – dice Amoroso -, tradisce più che altro la solita vecchia politica dei campanili, il consueto atteggiamento deleterio per il territorio e non solo in campo sanitario”.

Un modo di procedere che secondo Amoros e la Cisl provinciale evidenzia “l’antico vizio della  competizione tra territori e tradisce nella migliore delle ipotesi una visione delle politiche per la salute del tutto superata, centrata in maniera preponderante sui servizi  ospedalieri, quando invece la sanità  è sempre di più un insieme di servizi integrati e decentrati sul territorio che si prendono cura dei cittadini per le necessità di salute del quotidiano fino al domicilio e che sono strettamente collegati con gli ospedali”.

“Sarebbe quindi  opportuno  riprendere l’intera  questione dal verso giusto – caldeggia Amoroso -: prima di sparare  soluzioni dettate da antichi sentimenti feudali; sarebbe meglio che  i sindaci si confrontino tra loro tutti insieme, aprano una discussione con le organizzazioni sindacali e diano soluzioni dopo essersi fatti le domande giuste. Per favorire questa discussione sarebbe indispensabile che la Provincia assuma un ruolo di forte coordinamento”.

Amoroso cita due esempi. Il primo: “se dovessimo partire dall’evidenza oggettiva  dell’invecchiamento della popolazione che ha come conseguenza lo sviluppo ed incremento delle malattie croniche – afferma -,  dovremmo dedurne che c’è sempre più bisogno di servizi sanitari decentrati, fortemente integrati con i medici di base,  in alcuni casi addirittura al domicilio del cittadini,  e quindi emergerebbe la necessità di un governo  molto vicino al territorio”.

Il secondo: “se si volesse tenere in maggior conto il dato oggettivo per il quale le due aziende sanitarie di Forlì e Cesena, detengono il  costo sanitario pro - capite  per cittadino più elevato di tutte le altre aziende della regione – spiega Amoroso -, si dovrebbe trarre la conclusione che tale risultato dipende molto dalle dimensioni delle due aziende che sono le più piccole della  regione e che non riescono a fare economie di scala, la risposta giusta  a questa seconda evidenza porterebbe dritto alla fusione almeno delle due aziende di Forlì e Cesena”.

La Cisl si dice “disponibile ad aprire da subito una discussione  a tutto campo ricordando  che abbiamo partecipato con convinzione al processo di integrazione in area vasta apportando il nostro contributo affinché il processo di  aggregazione di alcuni  servizi avvenisse garantendo maggiore qualità per i cittadini con il migliore utilizzo delle risorse, preoccupandoci e non è cosa secondaria per la CISL. anche delle aspettative dei lavoratori della sanità”.

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