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Ausl unica, Bartolini tuona: "A Bologna è ormai tutto deciso..."

"La Giunta regionale, da me interpellata, nega si tratti di una bozza di progetto di legge o anche solo di una semplice delibera". Lo ha detto il consigliere regionale del PDL, Luca Bartolini, in merito alla questione della Ausl unica romagnola

“Da quello che si puo’ con fatica ricostruire, il percorso previsto per arrivare alla costituzione dell’Ausl unica di Romagna poggia sul lavoro di due tavoli già operativi: il primo di natura politico-istituzionale, che vede la partecipazione delle Giunte di  Regione, Province e Comuni e Presidenti delle conferenze socio sanitarie; il secondo di natura tecnica-operativa, che vede la partecipazione dei Direttori Generali. Il lavoro di questi due tavoli dovrebbe portare all’elaborazione del progetto finale di riorganizzazione strutturale e funzionale della nuova Ausl unica. In questi giorni però sulla stampa locale è circolata la notizia di un fantomatico disegno di legge della giunta sull’Ausl unica in possesso dei sindaci dei Comuni capoluogo. La Giunta regionale, da me interpellata, nega si tratti di una bozza di progetto di legge o anche solo di una semplice delibera". Lo ha detto il consigliere regionale del PDL, Luca Bartolini, in merito alla questione della Ausl unica romagnola che tanto fa discutere in questi ultimi mesi.

"Di cosa si tratta, allora? Del tanto annunciato ‘Documento di Mandato’, il progetto complessivo di organizzazione e funzionamento della auslona, o del più semplice ‘Atlante dei Servizi’, la mappa dei servizi esistenti da riorganizzare, che dovrebbero essere il risultato del lavoro dei due tavoli citati? L’opacità regna sovrana e ammanta di ombre il percorso tecnico e istituzionale che dovrebbe portare alla costituzione della Ausl unica. Ciò svela per quello che è il propagandato ‘processo dal basso’: la semplice adesione senza possibilità di dissenso – il caso Balzani è significativo! – e attraverso rituali predeterminati di partecipazione a decisioni tecniche e politiche già assunte dalla Regione. Non potrebbe essere diversamente, data la comune appartenenza politica all’area del centro-sinistra che lega amministratori regionali, provinciali e comunali e direttori generali delle ausl, di stretta nomina politica".

"Reputo sia  di una scorrettezza istituzionale  unica  che   un eletto  in Regione dai cittadini a rappresentare il territorio debba vedersi passare sopra la testa tutte queste decisioni prese a tavolino in altre stanze diverse dal Consiglio Regionale, organo   deputato a legiferare e a programmare  in merito" prosegue il consigliere regionale.

"Lo scenario, quindi, che si profila per noi cittadini romagnoli sembra purtroppo già ampiamente tracciato: fare da cavia per la sperimentazione delle alchimie di ingegneria istituzionale e organizzativa su area vasta imposte dall’alto dall’Amministrazione regionale dando un potere enorme in mano ad un unico Direttore Generale che un domani non troppo lontano  comanderà su due miliardi di bilancio e su un numero  impressionante di dipendenti   con  un potere che nessun sindaco anche di capoluogo potrà mai controllare anche nel caso che alcuni capoluoghi passino, come oramai sempre più cittadini si augurano,  di mano dalla sinistra alla destra in una normale logica di politica dell’alternanza. Non è un caso che medici e infermieri, anch’essi all’oscuro del progetto, stiano pubblicamente manifestando preoccupazione e dissenso per questo percorso così nebuloso e fintamente partecipato. Il fatto che le Ausl dell’Emilia siano escluse da qualsivoglia progetto di accorpamento e gli amministratori di quei territori stiano a guardare come procederà la sperimentazione a casa nostra e quali effetti avrà, è la conferma che la Romagna è stata scelta come cavia per nuove formule organizzative e nuovi modelli di articolazione e funzionamento di un servizio tanto delicato quanto quello sanitario”.

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